Estero

Han Duck-soo reintegrato come premier e presidente ad interim in Corea del Sud

La Corte costituzionale respinge l'impeachment, mentre il Paese attende il verdetto su Yoon Suk-yeol

24 marzo 2025
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In Corea del Sud si salva Han Duck-soo, che torna a essere premier e presidente ad interim. La Corte costituzionale di Seul ha infatti respinto la mozione parlamentare che ne chiedeva la messa in stato d'accusa per la sua presunta tacita approvazione della breve e maldestra dichiarazione di legge marziale del 3 dicembre scorso da parte di Yoon Suk-yeol, ora presidente sospeso e in attesa del giudizio di impeachment.

Han, dopo la sentenza, è stato immediatamente reintegrato sia come primo ministro sia come presidente ad interim. "Ringrazio la Corte costituzionale per la sua saggia decisione", ha commentato, facendo ritorno nel suo ufficio, il politico conservatore, la cui autorità era stata congelata il 27 dicembre. "Comincerò occupandomi prima di tutto delle questioni più urgenti. Come presidente ad interim, mi dedicherò completamente alla gestione stabile degli affari di stato in conformità con la Costituzione e la legge".

Con la sentenza, la Corte costituzionale ha avviato il delicato percorso per riportare ordine nella peggiore crisi politica e istituzionale della Corea del Sud degli ultimi 40 anni. Sette degli otto giudici attuali del collegio hanno bocciato l'impeachment, con cinque che l'hanno respinto e due che hanno votato contro la mozione stessa. In altri termini, non c'erano prove che Han avesse "intrapreso azioni proattive per fornire legittimità alla dichiarazione di legge marziale di Yoon".

Il Partito democratico, la principale forza d'opposizione che però controlla il parlamento, ha presentato la mozione contro Han mentre era presidente ad interim dopo la sospensione di Yoon del 14 dicembre dai suoi doveri. Come motivazione, oltre alla collusione, era stato citato il suo rifiuto di nominare i giudici vacanti presso la Corte costituzionale prima del processo di impeachment di Yoon e di approvare le proposte di legge per le indagini sulla legge marziale e sulle accuse di corruzione contro la first lady, Kim Keon-hee. Sulla questione dei giudici, l'illegalità del rifiuto "non giustificava la sua rimozione dall'incarico". Anche perché il vicepremier Choi Sang-mok, diventato presidente ad interim dopo l'impeachment di Han, ne ha nominati due dei tre vacanti a fine dicembre.

Chiusa la vicenda, l'attenzione dell'intera Corea del Sud è ora rivolta al pronunciamento della Corte costituzionale sull'impeachment o il reintegro di Yoon, atteso adesso entro la fine del mese, pur in assenza di date fissate. Il verdetto deve maturare entro i 180 giorni dalla messa in stato d'accusa: se rimosso definitivamente, il Paese affronterà nuove elezioni presidenziali entro 60 giorni in un clima infuocato, vista la radicalizzazione dello scontro politico.

Difficile che l'ex potente procuratore nazionale Yoon possa farla franca, con le sue azioni che gli sono valse l'incriminazione formale per insurrezione e abuso di potere. La prima udienza del processo si terrà il 14 aprile, secondo la Corte distrettuale centrale di Seul. Premier e vicepremier sono due testimoni richiesti dall'accusa: hanno espresso le loro preoccupazioni a Yoon prima che dichiarasse la legge marziale.