Estero

Trump nega l'accesso di Musk a documenti segreti del Pentagono

Il presidente smentisce le accuse del New York Times e difende la visita di Musk al Dipartimento della Difesa

21 marzo 2025
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Donald Trump prova a spegnere le polemiche sulla controversa visita di Elon Musk al Pentagono assicurando gli americani che il suo ‘first buddy’ miliardario non avrà mai accesso ai dossier più delicati come, ad esempio, il piano su una potenziale guerra contro la Cina che gli Stati Uniti "non vogliono" ma sono "pronti" a combattere.

È stato il New York Times, citando due alti funzionari della Difesa, a sostenere che il patron di Tesla fosse stato convocato al dipartimento della Difesa proprio per ricevere un briefing su documenti top secret relativi ad un possibile conflitto con Pechino. Circa 20-30 slide che spiegano nel dettaglio la risposta americana ad un'eventuale minaccia cinese.

Ma il presidente americano ha smentito con forza la notizia prima con un post su Truth - "La Cina non verrà nemmeno menzionata o discussa" - poi rispondendo alle domande dei giornalisti nello studio Ovale al fianco del segretario del Pentagono Pete Hesgeth. "Non mostrerei mai a Musk, un uomo d'affari che ha business in Cina, i piani per una potenziale guerra contro quel Paese", ha assicurato The Donald accusando il prestigioso quotidiano americano di diffondere "notizie spazzatura" e "storie false".

Il commander-in-chief ha colto l'occasione del lancio di un nuovo jet militare di sesta generazione - chiamato F-47 in omaggio alla sua presidenza - anche per inviare uno dei suoi avvertimenti al Dragone rivendicando la preparazione degli Stati Uniti in caso di guerra. "Non vogliamo la guerra contro la Cina ma siamo ben preparati", ha dichiarato Trump che in una delle sue tipiche giravolte retoriche ha poi sottolineato che "ha e avrà un bellissimo rapporto con Xi Jin Ping" che sentirà "presto". Il presidente ha comunque ribadito che c'è uno squilibrio commerciale con la Cina - motivo per cui ha deciso di imporre i famigerati dazi - ma che è stato causato dal suo predecessore Joe Biden.

Sull'insolita visita di Musk è intervenuto anche Hegseth, che con il titolare del dipartimento per l'efficienza governativa ha avuto un lungo colloquio di un'ora e venti minuti nel suo ufficio probabilmente incentrato sui maxi tagli di impiegati civili e militari previsti nei prossimi mesi alla Difesa.

"Elon Musk è un patriota, un innovatore e fornisce molti strumenti su cui il nostro governo e il nostro esercito fanno affidamento e gliene sono grato", ha detto. Lo stesso miliardario ha anche scritto su X avvertendo la presunta talpa del Pentagono che ha diffuso le notizie al New York Times che "sarà trovata e perseguita". Al di là delle informazioni che può aver ricevuto, la visita del miliardario nel luogo più segreto d'America, dove anche i reporter per ottenere un accredito stampa devono sottoporsi ad un complicatissimo processo di verifica, ha sollevato critiche e perplessità ed è l'ennesimo segno dell'inedito ruolo svolto da Musk nell'amministrazione.

Per i detrattori, infatti, nella sue veste di tagliatore di costi l'uomo più ricco del mondo ha l'enorme potere di condizionare le politiche americane a suo vantaggio. Come, ad esempio, quando ha raccomandato al dipartimento della Difesa di porre fine agli accordi da 12 miliardi di dollari l'anno per l'acquisto degli F-35 da Lockheed Martin, uno dei suoi maggiori competitor nei lanci spaziali.