La vicepremier spagnola sottolinea l'importanza di un accordo politico sulla difesa, oltre l'aumento della spesa militare
"Se ci fosse un dibattito sereno sul modello di sicurezza di cui abbiamo bisogno, tutte le forze politiche potremmo arrivare a un minimo accordo, poi chiaro che ci sono sfumature".
E' quanto ha sostenuto la vicepremier spagnola con delega al Lavoro, Yolanda Diaz, fondatrice di Sumar, la confluenza di sinistra alleata del Psoe al governo progressista, in un'intervista a Telecinco. Diaz ha segnalato che gruppi parlamentari come il conservatore Partito Popolare, il Partito nazionalista basco (Pnv), la Sinistra repubblicana catalana (Erc) e lo stesso Sumar sono consapevoli che il cambio della posizione degli Stati Uniti con il nuovo mandato di Donald Trump rende "necessaria l'articolazione di una politica di difesa europea centrata sulla sicurezza". E si è detta convinta che sia possibile arrivare "a un accordo di minima".
Diaz ha ripetuto che la chiave non è solo nell'aumento della spesa militare, ma discutere quale modello di sicurezza sia necessario, definire nel dettaglio le risorse attualmente impiegate e riorganizzare i militari attualmente schierati in missioni all'estero.
Oggi il Congresso spagnolo vota due iniziative sulla spesa in difesa che mostreranno le differenze esistenti fra i socialisti del Psoe e gli alleati di Sumar. La prima è una mozione presentata dal Pp, in cui si sollecita che l'aumento al 2% del Pil delle spese in difesa, parte dell'impegno assunto nel 2014 dalla Spagna nella Nato - e confermato dal premier Pedro Sanchez a Bruxelles - sia raggiunto quanto prima. I socialisti hanno annunciato voto a favore, Sumar voto contro, anche se non chiude del tutto la porta all'obiettivo, se la spesa in difesa non è collegata a fini militari o bellici ma sia in relazione alla sicurezza.
L'altra iniziativa, promossa dalla sinistra regionalista galiziana Bng, va invece in senso contrario a quella del Pp.