Il leader dell'Anp parla dei possibili sviluppi a Gaza e del mandato di arresto per il premier israeliano Netanyahu
"Le bombe dell'esercito israeliano hanno fatto 150mila vittime tra morti e feriti e distrutto l'80% di Gaza: siamo qui per essere ascoltati. Chiediamo di lavorare con noi per la creazione dei due Stati. Vogliamo vivere in sicurezza e prosperità in Palestina, con la sua capitale Gerusalemme Est. In pace, accanto allo Stato di Israele, che riconosciamo da 30 anni". In un'intervista al Corriere della Sera il leader dell'Anp Abu Mazen parla dei possibili sviluppi a Gaza.
"Con Donald Trump ho avuto una lunga telefonata e abbiamo discusso di una pace duratura con il coinvolgimento dell'Arabia Saudita - aggiunge -, Ma i sauditi non vogliono la normalizzazione con Israele se prima Netanyahu non riconosce la Palestina".
"C'è una risoluzione dell'Onu che prevede la liberazione degli ostaggi, il cessate il fuoco, il ritiro totale di Israele dalla Striscia. Non vogliamo un altro patto non ufficiale come quello stipulato tra Hamas e Israele nel 2007. È stato il tentativo di separare Gaza dallo Stato di Palestina. Siamo pronti a prendere il controllo della Striscia. Con Hamas? No, la Striscia deve essere guidata dall'Anp. Hamas fa parte del nostro popolo, non li escludiamo, ma non sono al governo".
Il mandato d'arresto per Netanyahu? "Non vogliamo vendicarci per il genocidio a Gaza. Vogliamo usare solo vie politiche, diplomatiche e legali. Ci fidiamo delle corti e rispettiamo le loro decisioni". In Siria "spero che tutto finisca nel migliore dei modi per il popolo siriano a cui auguriamo unità sotto un'unica bandiera". Rispetto al 7 ottobre "ho condannato l'uccisione dei civili israeliani e poi quella dei palestinesi. La reazione israeliana è stata spropositata. Rischio radicalizzazione? Aiutateci perché non accada. Il nostro popolo ha visto cose indicibili. Contro la rabbia, usiamo l'istruzione: il tasso di analfabetismo in Palestina è uno dei più bassi al mondo, un record nella regione".