Ripresi i bombardamenti nel sud di Beirut nonostante le rassicurazioni di Netanyahu a Biden
Ancora un attacco all'Unifil da parte dell'esercito israeliano. Un tank ha colpito una postazione nel sud del Libano, vicino a Kafer Kala, dove è di stanza il contingente spagnolo. "Un carro armato Merkava dell'Idf ha sparato alla torre di guardia. Due telecamere sono state distrutte e la torre è stata danneggiata", riferisce Unifil denunciando anche in questo caso, come negli attacchi precedenti, "fuoco diretto e apparentemente deliberato su una nostra posizione". E da Tel Aviv continuano a non arrivare aperture. "Israele – ha detto il ministro degli Esteri Israel Katz – attribuisce grande importanza alle attività di Unifil e non ha alcuna intenzione di danneggiare l'organizzazione o il suo personale. Inoltre, Israele ritiene che l'Unifil svolga un ruolo importante nel ‘giorno dopo’ la guerra contro Hezbollah".
Nel frattempo si va avanti, dice Katz, ricordando che "è Hezbollah a usare il personale Unifil come scudi umani, sparando deliberatamente ai soldati dell'Idf da luoghi vicini alle postazioni Unifil, per creare attriti". Stessi concetti espressi a Le Figaro da Netanyahu: "In quasi vent'anni, quanti missili di Hezbollah ha fermato l'Unifil? Zero!".
La situazione sul terreno continua a essere preoccupante nonostante proseguano i tentativi di fermare le ostilità. La burocrazia Onu è lenta e il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, insieme al collega francese Sébastien Lecornu, ha convocato in videoconferenza i ministri dei 16 Paesi europei che partecipano ad Unifil: occorre rivedere le regole d'ingaggio della missione, è la posizione emersa, insieme alla necessità di "esercitare la massima pressione politica e diplomatica su Israele, affinché non si verifichino ulteriori incidenti". Un avvertimento è rivolto anche ad Hezbollah, che "non può utilizzare il personale di Unifil come scudo nel contesto del conflitto". Crosetto ha quindi sintetizzato: la missione si può anche potenziare, aumentando il numero dei militari e definendo regole più efficaci, ma Israele deve ritirarsi facendo fare ai caschi blu con le buone ciò che lei vuole ottenere con le cattive, cioè lo smantellamento delle postazioni di Hezbollah lungo la linea di confine. Non pare esserci molto spazio per trattative diplomatiche.
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Soldati Unifil
È durata solo una settimana la pausa dei bombardamenti israeliani sul sud di Beirut, nonostante le rassicurazioni offerte a Joe Biden dal premier Benyamin Netanyahu nell'ultima conversazione telefonica di 7 giorni fa. Dopo un messaggio del portavoce in lingua araba dell'Idf che invitava i residenti a evacuare, i caccia israeliani hanno colpito di nuovo il sobborgo sud della capitale libanese Dahiyeh, baluardo di Hezbollah. Alle 7,40 del mattino l'esercito ha reso noto di aver preso di mira un arsenale delle milizie sciite filoiraniane nascosto dentro un magazzino sotterraneo. L'ultima volta che Israele aveva colpito la capitale libanese è stato giovedì scorso, quando due attacchi hanno ucciso 22 persone e distrutto interi edifici in un quartiere densamente popolato.
Sul conflitto è intervenuto il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi avvertendo il segretario dell'Onu Antonio Guterres che Teheran è pronta a una risposta decisa se Israele attaccherà. Poi ha sottolineato la necessità di "porre fine agli attacchi in Libano". Nel tour in Medio Oriente iniziato la scorsa settimana, Araghchi ha espresso indirettamente la preoccupazione di Teheran per l'attesa ritorsione chiedendo "un'azione collettiva da parte degli Stati regionali per fermare la macchina da guerra israeliana". Ma secondo le fonti della Cnn, il piano dell'Idf è ormai praticamente pronto e può scattare in qualsiasi momento.
Israele intanto, pur non osservando gli impegni presi su Beirut con l'alleato statunitense, ampiamente riportato dai media nei giorni scorsi quando effettivamente aveva sospeso i raid, sembra aver preso molto sul serio la lettera del segretario di Stato Antony Blinken e della Difesa Lloyd Austin: aiuti immediati a Gaza o le forniture di missili saranno limitate. In giornata il Cogat, l'organismo del ministero della Difesa israeliano che supervisiona le attività in Cisgiordania e a Gaza, ha fatto sapere che "50 camion carichi di aiuti umanitari, tra cui cibo, acqua, forniture mediche e attrezzature per rifugi forniti dalla Giordania, sono stati trasferiti nel nord di Gaza attraverso il ponte di Allenby e il valico di Erez West".
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Netanyahu con Biden
Gli analisti israeliani hanno valutato che la lettera, "fatta trapelare sicuramente nel Paese e non da Washington", ha costretto Netanyahu a impegnarsi vigorosamente poiché gli aiuti a Gaza sono uno di quegli argomenti che potrebbero far procedere la richiesta di arresto per il premier e il ministro della Difesa Yoav Gallant, avanzata nei mesi scorsi dal procuratore della Cpi Karim Khan. Come dire, in Israele qualcuno lavora sottotraccia contro Bibi.