Corea del sud

Stop alle licenze di 4'900 medici tirocinanti

Alla luce delle proteste contro la riforma della formazione, la Corea del Sud passa all'azione e adotta la mano pesante

C’è del malcontento tra i camici bianchi sudcoreani
(Keystone)
11 marzo 2024
|

La Corea del Sud ha annunciato di aver avviato le procedure per sospendere le licenze mediche di 4'900 tirocinanti che si sono dimessi e hanno smesso di lavorare nell'ambito di una protesta su scala nazionale contro le riforme volute dal governo sulla formazione medica. Seul "sta inviando notifiche amministrative a tutti coloro che hanno rifiutato di tornare al lavoro: dall'8 marzo sono state spedite a oltre 4'900 medici tirocinanti", ha detto Chun Byung-wang, direttore per le Politiche mediche e della salute del Ministero della salute, secondo i media sudcoreani.

Il ministro della Salute e del Welfare, Cho Kyoo-hong, ha assicurato in un'intervista alla radio pubblica Kbs che il governo sarà indulgente verso coloro che torneranno al lavoro prima del completamento delle procedure amministrative. Cho, inoltre, ha sottolineato che circa il 93% dei 13'000 dottori in formazione sono stati assenti dai loro luoghi di lavoro per tre settimane, in una prolungata azione sindacale contro la proposta del governo di aumentare le iscrizioni alle scuole di medicina di 2'000 unità a partire da prossimo anno accademico.

Gli ospedali locali hanno subìto cancellazioni e ritardi negli interventi chirurgici e nelle cure mediche di emergenza a causa delle proteste. Per sopperire alla carenza di personale medico, il governo ha iniziato a inviare 158 medici militari e di sanità pubblica negli ospedali locali per un periodo di quattro settimane.

La scorsa settimana, il Ministero della salute ha consentito anche agli infermieri di svolgere ruoli medici, tra cui la rianimazione cardiopolmonare. "Se necessario, il governo prevede di impiegare più militari e medici della sanità pubblica, insieme a più fondi di assicurazione sanitaria statale", ha osservato Cho. Seul ha deciso di aumentare il numero dei medici per rimediare alla carenza nelle aree rurali e in campi essenziali, come pediatria e neurochirurgia, di fronte all'invecchiamento della popolazione. Per i critici, invece, l'aumento delle quote universitarie minerà la qualità dell'educazione medica e di altri servizi e si tradurrà in costi più elevati per i pazienti.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE