Asia

Settimana lavorativa da 69 ore? In Sud Corea ci stanno pensando

Ma le forti proteste frenano, per il momento, la controversa proposta: ‘Metterebbe a rischio la salute dei dipendenti’

In sintesi:
  • L'idea vuole ‘garantire maggiore flessibilità ai datori di lavoro’
  • Nel 2021 la penisola asiatica ha occupato i propri dipendenti per 1'915 ore annue, ben 382 in più rispetto agli svizzeri
‘Vivere per lavorare o lavorare per vivere?’
(Depositphotos)
21 marzo 2023
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Un mondo sempre più spaccato a metà, grazie anche... all'idea che si ha del tempo, e del come sfruttarlo. Infatti, se nei Paesi scandinavi, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna si sta sperimentando – e con buoni risultati – la settimana lavorativa corta, dall'altra parte del globo si sembra essere interessati a collaudare ben altre soluzioni. Ne è un esempio la Corea del Sud, dove si è proposto di aumentare le ore settimanali, passando così dalle attuali 52 alle 69 ore.

L'idea, presentata dal partito al governo sudcoreano, nasce per "garantire maggiore flessibilità ai datori di lavoro", a seguito delle lamentele circa le difficoltà nel rispettare le scadenze con ‘sole’ 52 ore a disposizione. Ma non solo. Stando al ministro del Lavoro Lee Jung-sik, tale misura verrebbe in aiuto soprattutto alle donne: l’innalzamento del limite settimanale consentirebbe alle lavoratrici di accumulare più ore di straordinario, in cambio di ferie da utilizzare per impegni familiari o congedi maternità.

Ma c'è chi dice no

Una proposta di legge che fa sorridere i datori di lavoro, ma rende scontenti chi di fatto quel tempo in più, lavorando, deve mettercelo. La proposta è stata prontamente rigettata dalla popolazione, tanto da aver costretto il governo conservatore a fare un passo indietro.

Lo riporta il Guardian, quotidiano britannico, sottolineando come le proteste dei giovani abbiano spinto il presidente Yoon Suk-yeol a ordinare alle autorità di Seul di riconsiderare la misura e “comunicare meglio con il pubblico, specialmente con la GenZ e i Millennial”. E sono proprio le nuove generazioni a far presente come un incremento delle ore lavorative impedirebbe il raggiungimento di un adeguato equilibrio tra vita privata e lavoro, metterebbe a rischio la salute dei dipendenti sudcoreani, incidendo anche sul livello di disoccupazione e sul tasso di natalità.

Sindacati e partiti d'opposizione non sono stati nemmeno loro con le mani in mano. "La riforma legalizza una giornata lavorativa dalle nove del mattino a mezzanotte", tuonano in coro.

Una nazione con una cultura del lavoro punitiva

La Corea del Sud non è nuova a polemiche di questo genere, e non brilla per politiche del lavoro particolarmente favorevoli per i lavoratori. Infatti, nel 2021, la penisola asiatica ha occupato i propri dipendenti per 1'915 ore; ben 199 in più rispetto alla media riportata dall’Ocse, che salgono però a 382 se confrontate con quelle dei lavoratori svizzeri e a 566 se paragonate alla Germania.

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