‘L'Ue potrebbe bloccare altri finanziamenti all’Ungheria’. Budapest: ‘Niente ricatti’
A pochi giorni dal Consiglio europeo chiamato a sbloccare l'impasse sui finanziamenti di emergenza all'Ucraina, sale la tensione tra l'Ue e l'Ungheria. Bruxelles immagina persino di colpire Viktor Orban nel portafoglio - bloccando ulteriori fondi a Budapest - nel caso in cui si ostini a porre il veto ai 50 miliardi di aiuti attraverso la revisione del bilancio comunitario.
L'ipotesi - rilanciata dal Financial Times - ha scatenato la rabbia degli ungheresi, che hanno apertamente accusato l'Ue di voler brandire l'arma del "ricatto". La strategia è contenuta in un documento stilato dal Segretariato del Consiglio. "In caso di mancato accordo al vertice" gli altri leader "dichiareranno pubblicamente che, alla luce del comportamento non costruttivo del premier ungherese, non si può immaginare il versamento di altri fondi Ue". "I mercati finanziari e le imprese europee e internazionali potrebbero essere meno interessati a investire in Ungheria - nota il documento - e tutto ciò potrebbe rapidamente innescare un ulteriore aumento del costo del finanziamento del deficit pubblico e un calo della valuta". Che poi è esattamente quello che si è verificato oggi, dopo la diffusione del ‘piano’, con un crollo del fiorino ungherese di un punto percentuale.
"L'Ungheria non cede al ricatto!", ha tuonato su X il ministro degli Affari europei, János Bóka. "Il documento redatto dai burocrati di Bruxelles non fa che confermare ciò che il governo ungherese sostiene da tempo: l'accesso ai fondi Ue viene utilizzato per ricatti politici". La posizione intransigente di Orban sta d'altra parte suscitando esasperazione in diverse capitali e da giorni girano voci di possibili "misure forti" contro il premier magiaro, accusato lui per primo di usare la logica del "bazar" con gli altri 26. Un alto funzionario europeo ha però gettato acqua sul fuoco, descrivendo il documento come "una nota di background fattuale" del Segretariato "che non riflette lo stato dei negoziati in corso" tra l'Ungheria e l'Ue.
Insomma, nessun ‘piano Michel’ contro Budapest. "L'obiettivo è trovare un accordo a 27 al vertice straordinario", aggiunge la fonte. E a questo fine si continua a lavorare. Il tempo, però, inizia a venire meno. "Budapest - assicura Balázs Orbán, direttore politico del primo ministro magiaro - ha inviato sabato una nuova proposta ed è ora aperta all'utilizzo del bilancio comunitario per gli aiuti all'Ucraina e persino all'emissione di debito comune per finanziarli a patto - scrive - che vengano aggiunti altri caveat per darci l'opportunità di cambiare idea in un secondo momento". Ma è esattamente ciò che l'Ue vuole evitare poiché le garanzie di stabilità per Kiev sono di primaria importanza e il balletto in corso al Congresso americano sul sostegno militare ne è una plastica dimostrazione. La stragrande maggioranza dei leader europei, infatti, non vuole consegnare a Budapest un veto annuale da spendersi su altri tavoli, sia per ragioni di metodo che di merito.