Dall’Alleanza atlantica ai rapporti con la Russia, la politica americana si muove per prevenire mosse improvvide da parte del tycoon
Dalla stretta sui migranti ai rapporti con gli alleati europei e la Nato, dal riavvicinamento con la Russia di Vladimir Putin all'isolazionismo economico, l'America e il mondo si preparano al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e all'Apocalisse che il suo secondo mandato potrebbe provocare. Una volta portate a casa le elezioni del prossimo anno, il piano del tycoon, secondo quanto trapela da ambienti diplomatici e suoi ex consiglieri, sarebbe quello di mettere suoi fedelissimi nelle posizioni più strategiche - Pentagono, dipartimento di Stato e Cia - in modo da avere le mani libere su tutto: dalla politica estera alla difesa fino alla sicurezza nazionale.
Tra le priorità di Trump, questo non è un segreto, c'è la lotta all'immigrazione illegale e il dispiegamento di forze speciali al confine con il Messico. Ma quello che in questo momento preoccupa di più fuori e dentro i confini americani sono la politica estera e i rapporti con Nato ed Europa. Proprio in queste ultime ore per blindare gli Stati Uniti dentro l'Alleanza atlantica, dopo le tante minacce agitate dall'ex presidente, il Congresso Usa ha approvato nella legge annuale sulla politica di difesa una misura bipartisan che impone all'inquilino della Casa Bianca di consultare il Congresso prima di un eventuale ritiro.
John Bolton, il terzo consigliere per la sicurezza nazionale di Trump che da allora ne è diventato un feroce critico, si è detto convinto che il tycoon proverà a uscire dalla Nato ma con la norma approvata a Capitol Hill dovrà avere bisogno del voto favorevole di due terzi del Senato oppure di una decisione del Congresso. Il ritiro di Washington dall'Alleanza sarebbe sconvolgente per gli Stati Uniti e per le nazioni europee, soprattutto quelle del fianco est con una Russia sempre più aggressiva, che per 75 anni hanno potuto contare sulla sicurezza e la difesa collettiva garantite dal patto.
Keystone
Vertice Nato a Bruxelles
Secondo diversi ex consiglieri, inoltre, una volta tornato alla Casa Bianca Trump intenderebbe tagliare gli aiuti militari all'Europa e imporre sanzioni su quei Paesi della Nato che non rispettano l'impegno di spendere almeno il 2% del Pil nella difesa, inclusa l'Italia. In un celebre tweet del 2018 l'allora commander-in-chief si scagliò contro quelle nazioni che "non sono neanche vicine a investire il 2% della loro economia mentre gli Stati Uniti pagano il 90% della difesa" dell'Alleanza Atlantica.
Uno scenario talmente inquietante per gli alleati dell'America che, secondo quanto rivelato da un diplomatico della Nato alla Reuters, nei dispacci delle ambasciate l'ipotesi che Trump ottenga un secondo mandato viene definita "opzione apocalittica". I diplomatici negli Stati Uniti, hanno riferito ancora le fonti, in questi mesi hanno il compito di spiegare ai loro governi che "se Biden viene rieletto le cose potrebbero andare piuttosto bene e gli Stati Uniti continueranno a riabilitarsi. In caso di vittoria di Trump invece ci sono due opzioni: la versione moderata, ovvero una replica del suo primo mandato con sfumature più aggressive; e quella più estrema, detta del giorno del giudizio".
Quanto ai rapporti con Mosca, negli ultimi comizi il tycoon ha mostrato una sorta di ammirazione nei confronti di Vladimir Putin, citandolo persino come voce critica dell'amministrazione Biden. E ci sono pochi dubbi che gli aiuti all'Ucraina verrebbero drasticamente ridotti, se non tagliati del tutto. Riguardo la Cina Trump ha già annunciato che se sarà rieletto cancellerà lo status di nazione privilegiata per il commercio e ridurrà al minimo i rapporti economici con il Dragone.