la guerra in ucraina

Putin: ‘La Nato rifiutò la Russia’

‘Testato un supermissile. Ora costruiremo un mondo nuovo’. Strage a Kupiansk: oltre 50 vittime, tra cui un bimbo di 6 anni. Kiev dura: ‘Terroristi’

Vladimir Putin
(Keystone)

“Abbiamo condotto con successo l'ultimo test del missile da crociera Burevestnik a propulsione nucleare", capace di raggiungere qualsiasi angolo del pianeta. L'annuncio arriva direttamente dal presidente russo Vladimir Putin, che però al tempo stesso ha voluto parlare di pace, "una pace globale duratura". A suo dire, "si stabilirà solo quando tutti si sentiranno al sicuro" e cesserà "l'arroganza dell'Occidente" che, ha ricordato, è arrivato anche a respingere la sua proposta di far aderire Mosca alla Nato.

La versione di Vladimir

Intervenendo in una sessione plenaria del Valdai Discussion Club a Sochi, un think tank e forum di discussione russo, il leader del Cremlino ha sostenuto di sentirsi "essenzialmente" investito della missione di "costruire un nuovo mondo", ma c’è da tener conto del fatto che "l'Occidente ha sempre bisogno di un nemico", e che l'Europa "si sta isolando da noi e sta creando una nuova cortina di ferro. Non siamo noi a chiudere la porta, è l'Europa a farlo". Come avvenuto appunto con la Nato. In una lunga intervista al regista americano Oliver Stone di anni fa, lo zar raccontò che il presidente Usa Bill Clinton gli disse di "non avere obiezioni".

Tuttavia l'allora segretario generale dell'Alleanza atlantica, l'inglese George Robertson, qualche obiezione l'aveva visto che, come rivelò lo stesso Robertson, Putin voleva che Mosca scavalcasse tutta la prevista trafila della candidatura per non ritrovarsi "in coda a molti altri Paesi che non contano niente".

‘Guerra non iniziata da noi’

Nel suo intervento Putin ha sostenuto ancora che "la Russia non ha iniziato la cosiddetta guerra in Ucraina ma sta cercando di porvi fine". Mosca, ha aggiunto, non cerca nuovi territori "anche perché la Russia è il Paese più grande del mondo in termini di territorio". E soprattutto, "la crisi ucraina non è un conflitto territoriale", perché in questo caso "stiamo parlando dei principi su cui si baserà il nuovo ordine mondiale".

Un nuovo ordine che però sarà difficile da realizzare, perché a suo parere "le attuali élite occidentali" sono "irresponsabili rispetto a quelle della Guerra Fredda". Questo però si può sempre cambiare attraverso il voto, perché "un cambiamento politico interno è possibile dopo le elezioni", ha detto, evidentemente incurante di tutte le accuse rivolte a Mosca di interferenze nei processi elettorali sia negli Usa che in Europa. "In futuro - è stato il suo auspicio che molti hanno letto come l'ennesimo occhiolino strizzato a Donald Trump - la congiuntura in Occidente potrebbe cambiare".

Le armi ultramoderne

Nel frattempo però la Russia rafforza comunque le sue difese. Anche se "nessuna persona ragionevole penserebbe mai di usare armi atomiche contro la Russia". Mosca, ha detto Putin, ha quasi terminato la preparazione sulle armi strategiche avanzate e in questo quadro "abbiamo praticamente completato il nostro lavoro sul Sarmat, un missile super pesante. La questione ora è finalizzare alcune procedure burocratiche e iniziare la sua produzione e dispiegamento di massa. Lo faremo molto presto", ha garantito lo zar.


Keystone
La strage di Kupiansk

La strage in Ucraina

Una donna accovacciata a terra guarda verso il vuoto. È in ginocchio, sporca di polvere, vestita con un gilet rosso e una maglietta rosa a maniche lunghe. Attorno a lei sei corpi senza vita ricoperti di sangue e detriti. Nell'attacco russo su Groza, un villaggio nel distretto di Kupiansk che si trova nella regione di Kharkiv, sono morte almeno 51 persone. Tra queste anche un bambino di 6 anni.

Il missile, probabilmente un Iskander, ha colpito il negozio di alimentari e il bar dove una sessantina di ucraini si trovavano raccolti per la veglia funebre di un loro compaesano scomparso. Una crudele ironia della sorte. O forse no, perché la precisione con cui il razzo si è abbattuto su quei luoghi pieni di civili ha fatto sorgere al ministro degli Interni Igor Klimenko il dubbio che le indicazioni per colpire siano arrivate proprio da un residente. Un'ipotesi tutta da confermare, soprattutto in una comunità che contava circa 330 abitanti, dove ognuno conosceva il proprio vicino.

Groza piange le proprie vittime e prega per quelle sette persone portate fuori dalle macerie che ora lottano in bilico tra le vita e la morte in sala operatoria. Altre potrebbero essere ancora sepolte dai resti di quelli che, fino a ieri, erano luoghi di aggregazione che ora non esistono più. "Si è trattato di un attacco terroristico deliberato, dimostrativo e brutale", ha tuonato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il primo a diffondere la notizia dell'accaduto. La rabbia e il dolore per questo nuovo atto criminale si aggiungono a quelli per le tante altre vittime incolpevoli e impotenti di questa guerra. "I terroristi dovranno affrontare una rappresaglia. Una rappresaglia giusta e potente", è la promessa di vendetta del presidente ucraino.