Estero

Vantaggi finanziari per la famiglia Biden? ‘Valanga di prove’

Prima udienza per l’avvio di un impeachment. Il presidente della commissione vigilanza della Camera: ‘Ha abusato della sua carica pubblica’

28 settembre 2023
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"Abbiamo scoperto una montagna di evidenze che rivelano come Joe Biden abbia abusato della sua carica pubblica per ottenere vantaggi finanziari per la sua famiglia": James Comer, presidente della commissione vigilanza della Camera, ha aperto così la prima udienza dell'indagine per l'avvio di un impeachment contro il presidente, accusandolo di aver mentito agli americani e di aver intascato con la sua famiglia circa 20 milioni di dollari tra il 2014 e il 2019 sfruttando il brand del suo cognome. Ma nella prima audizione non ci sono stati fuochi d'artificio né sono spuntate evidenze che provino un coinvolgimento diretto di Joe Biden nelle opache attività estere del figlio Hunter, quando il padre era vicepresidente. I democratici hanno liquidato l'iniziativa come una "trovata mediatica", accusando i repubblicani di cercare di distrarre gli elettori, pochi giorni dello shutdown di fine mese, che sembra ormai inevitabile.

‘Non hanno in mano nulla’

"Se i repubblicani avessero una pistola fumante, o anche una pistola ad acqua gocciolante, la presenterebbero oggi, ma non hanno niente su Joe Biden", ha detto Jamie Raskin, il più alto rappresentante democratico della stessa commissione. La Casa Bianca ha dal canto suo rincarato la dose: "Mettere in scena un'udienza che è una trovata mediatica negli ultimi giorni prima dello shutdown, rivela le loro vere priorità: per loro, gli infondati attacchi personali al presidente sono più importanti che prevenire la paralisi del governo e le sofferenze che essa infliggerebbe alle famiglie americane", ha attaccato il portavoce Ian Sams, forte anche dei sondaggi secondo cui la maggioranza degli americani è contro questo impeachment.

Nel frattempo Joe Biden volava in Arizona - altro stato cruciale nelle elezioni - a rendere omaggio al defunto senatore John McCain, "orgoglioso repubblicano che mise il Paese al primo posto", e a rilanciare l'allarme contro il movimento estremista ‘Maga’ (Make America Great Again) di Donald Trump, che "guida e intimidisce il partito repubblicano", nonché "minaccia le istituzioni democratiche". E Maga sono anche i deputati che premono per lo shutdown e che hanno costretto lo speaker della Camera Kevin McCarthy a lanciare i primi passi per un impeachment che serve a tenere sotto pressione e screditare Biden durante la campagna elettorale, ma che forse non ha i numeri nemmeno per essere approvato alla Camera.

"Almeno 10 volte – ha accusato Comer – Biden ha mentito al popolo americano affermando di non aver mai parlato con i suoi famigliari dei loro affari, che c'era un muro assoluto tra i suoi incarichi governativi ufficiali e la sua vita personale. Sia chiaro, non c'era alcun muro. La porta era spalancata a coloro che acquistavano quello che un socio in affari ha descritto come il marchio Biden. Le prove rivelano che il presidente Joe Biden ha parlato a cena e ha sviluppato rapporti con i target commerciali esteri della sua famiglia".

Non al di sopra delle parti

La prima udienza però è stata dedicata a creare le basi legali e costituzionali per l'impeachment, ascoltando non testimoni fattuali ma giuristi ed esperti, non proprio al di sopra delle parti. I repubblicani hanno chiamato due collaboratori della rete conservatrice Fox News – tra cui lo studioso di diritto Jonathan Turley – e un membro dell'ex transition team di Trump per spiegare perché pensano che l'indagine sia giustificata. Turley e l'esperto contabile Bruce Dubinsky hanno testimoniato che non ci sono al momento evidenze di corruzione da parte di Biden, ma entrambi hanno affermato di sostenere l'inchiesta. L'unico testimone dei democratici, Michael Gerhardt, esperto di diritto dell'Università della Carolina del Nord, ha ammonito invece che non vi è alcun precedente nella storia degli Stati Uniti per l'avvio di un'indagine di impeachment presidenziale senza prove di illeciti, come confermano i casi di Richard Nixon, Bill Clinton e dello stesso Trump.

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