Il Regno Unito ha riconosciuto ufficialmente le responsabilità del gruppo jihadista per le violenze commesse nel 2014 in Iraq
Il Regno Unito ha denunciato oggi formalmente come "atti di genocidio" alcune delle violenze attribuite dai miliziani jihadisti dell'Isis fra Siria e Iraq contro gli yazidi: minoranza etnica di ceppo curdo che vive anche in alcuni territori della Turchia e dell'Iran.
Il riconoscimento ufficiale del governo di Londra – annunciato in un comunicato dal Foreign Office – segue le accuse rivolte al riguardo già da tempo dal Regno, come da altri Paesi occidentali, nei confronti del cosiddetto Stato Islamico (o Daesh).
Si tratta del quinto riconoscimento britannico di un comportamento repressivo altrui come "genocidio" dopo la Shoah (l'olocausto degli ebrei da parte della Germania nazista), gli stermini in Cambogia, quelli in Ruanda e il massacro di Srebrenica in Bosnia. Esso fa riferimento ad atti perpetrati dall'Isis in particolare nel 2014.
"Gli yazidi", in quanto popolazione e comunità confessionale, "hanno sofferto immensamente per mano del Daesh nove anni fa e le ripercussioni di quanto accaduto pesano su di loro ancora oggi", si legge nella dichiarazione pubblicata sul sito del governo di Rishi Sunak dal Ministero degli esteri e accompagnata da una rinnovata richiesta di "giustizia" affinché "i responsabili della devastazione di tante vite siano chiamati a rispondere".
"Quello di oggi – ha commentato lord Tariq Ahmad, viceministro della compagine Tory delegato alle relazioni britanniche con il Medio Oriente, l'Asia Meridionale e l'Africa – è un riconoscimento storico del genocidio commesso contro il popolo degli yazidi. Il Regno Unito continuerà a svolgere un ruolo guida per sradicare il Daesh, ricostruire le comunità colpite dal terrorismo e promuovere gli sforzi della comunità internazionale contro la velenosa propaganda" del jihadismo.
Lord Ahmad ha infine ribadito il sostegno di Londra alla leadership di organismi di giustizia sovranazionali come la Corte penale dell'Onu nel perseguimento di accuse di genocidio e crimini di guerra o contro l'umanità.