italia

Marcello Foa verso il ritorno in Rai, protesta il sindacato

L'ex presidente della Tv pubblica italiana nonché ex Ceo del Corriere del Ticino dovrebbe condurre un approfondimento su Radio1

(Ti-Press)
30 luglio 2023
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Dopo le tensioni legate allo stop al programma di Roberto Saviano Insider, in Rai scoppia il caso Marcello Foa. L'ex presidente di Viale Mazzini, nonché ex Ceo del Gruppo Corriere del Ticino, - anticipa il sito di Repubblica - sarebbe destinato a condurre un nuovo approfondimento su Radio1, che potrebbe occupare la casella di Forrest, la rubrica di ‘analisi leggera e laterale’ delle notizie affidata a Luca Bottura e Marianna Aprile, che nei giorni scorsi ne hanno annunciato la chiusura "senza preavviso". Epilogo naturale a scadenza di contratto, aveva precisato la Rai.

I palinsesti della radio saranno ufficializzati a settembre. Intanto l'Usigrai protesta: "Codice etico a intermittenza per la Rai che blocca Saviano, ma riporta in azienda, stavolta al microfono della radio, il giornalista Marcello Foa; già presidente Rai (dal 2018 al 2021, ndr), si è fatto notare per le posizioni che negano il cambiamento climatico, per aver pubblicato e rilanciato fake news (ad esempio Hillary Clinton che avrebbe partecipato a cene sataniche, ma basta una veloce ricerca su internet per trovarne molte altre) e non da ultimo per gli attacchi social al presidente della Repubblica, per il quale espresse disgusto", attacca il sindacato.

Usigrai punta il dito contro la volontà di "silenziare le voci sgradite alla maggioranza di governo" che intende solo "occupare la Rai".

Lo scontro tra il vertice dell'azienda e il sindacato coinvolge anche gli appalti esterni nell'approfondimento: nel mirino dell'organizzazione sindacale era finito in particolare il nuovo programma di Salvo Sottile, che dovrebbe intitolarsi Gotham e andare in onda il lunedì sera su Rai3, storica collocazione di Report passato alla domenica al posto di Che tempo che fa.

"Ennesimo schiaffo a chi lavora da anni in azienda e per l'azienda", il giudizio dell'Usigrai, che ha bollato come ‘intollerabile’ che, "con un'esposizione finanziaria di circa 600 milioni di euro, si continuino ad appaltare i programmi a società o giornalisti esterni più graditi".

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