Estero

Soldi dai pazienti per ‘saltare la coda’, arrestato un oncologo

L'uomo esercitava pressioni psicologiche per spingere i malati di cancro a pagare somme non dovute per farsi seguire da lui ed evitare lunghe attese

L’ingresso dell’Istituto di cura
(Foto: facebook Istituto Tumori ‘Giovanni Paolo II’ Bari - IRCCS)
13 luglio 2023
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"Dove si fa la coda io cerco di evitarti ovviamente tutte quelle rotture". È stata l'ultima, sembra l'ennesima, richiesta di denaro fatta pochi secondi prima dell'arresto per l'oncologo dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Giovanni Paolo II di Bari, bloccato dalla polizia in flagranza, nel suo studio, per il reato di concussione. In cambio di questa promessa aveva appena intascato quattro banconote da 50 euro l'una, ripiegate e consegnate in contante da un paziente e dalla sua compagna.

Perché il medico, si legge negli atti, aveva creato una "situazione di sudditanza psicologica" nelle persone che assisteva, denigrando "costantemente il Servizio sanitario nazionale nonché i suoi stessi colleghi" per spingere i malati di tumore a pagare somme non dovute pur di farsi seguire da lui e di evitare lunghe attese. Al paziente aveva assicurato che "si sarebbe fatto carico di leggere il referto della Tac" personalmente, spiegandogli che il prossimo 2 agosto, data della nuova visita, lo avrebbe visto lui perché "ci sarà la coda e io cerco di aiutarti".

Le indagini, coordinate dalla Procura di Bari, sono scattate lo scorso 20 giugno con la querela del parente di un paziente defunto. In ospedale e nello studio del medico sono state installate telecamere ed effettuate intercettazioni telefoniche e ambientali. Osservazioni che hanno provato condotte ripetute quotidianamente. Nel verbale di arresto si legge che il medico "si vantava della propria competenza, denigrando l'operato dei suoi colleghi", usando frasi come "hanno combinato un casino quelli che ti hanno operato, però alla fine il grosso del tumore l'hanno tolto, ma hanno fatto anche un danno". L'oncologo avrebbe "prospettato rischi", rassicurando i suoi pazienti e catturando "la loro benevolenza per incassare denaro".

Durante le perquisizioni, anche in casa, sono stati trovati altri 800 euro in contanti e materiale informatico. Al momento dell'arresto il medico, assistito dall'avvocato Gaetano Castellaneta, si è sentito male: soccorso dal 118, è stato portato al Policlinico e dimesso nel pomeriggio. Il medico è stato sospeso in via cautelare dall'Istituto e si trova nel carcere di Bari in attesa dell'udienza di convalida dell'arresto. Negli atti si evidenzia la "spregevole consuetudine" dell'oncologo "scevra da quell'etica professionale che un medico dovrebbe avere". Perché ha tolto "denaro a persone malate, in alcuni casi in condizioni economiche precarie", facendo leva "sulla psicologia dei pazienti e sul timore che essi nutrono per la loro vita".

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