Estero

Recuperati i resti del Titan e dei suoi passeggeri

Essi verranno ora trasportati negli Stati Uniti, dove si proseguirà con le analisi per le inchieste

In sintesi:
  • Tra i rottami sono stati rinvenuti dei resti umani
  • L'operazione di ricerca e recupero in mare aperto è stata dichiarata conclusa
Vi sono inchieste in corso in Canada e negli Usa
(Keystone)

A quasi una settimana dal ritrovamento dei detriti del sommergibile che stava portando 5 passeggeri sulle tracce del Titanic, e la scoperta che il Titan è imploso poco dopo essersi immerso nelle acque dell'Atlantico, sono stati portati a terra i rottami recuperati dalle squadre di soccorso.

Tra i quali, secondo la Guardia Costiera americana, ci sono anche quelli che sembrano essere resti umani. Gli esperti adesso «condurranno un'analisi formale» per confermare se si tratti effettivamente dei 5 passeggeri dichiarati morti, ossia Hamish Harding, miliardario ed esploratore britannico, Stockton Rush, il numero uno di OceanGate, la società proprietaria del sommergibile, l'uomo d'affari pakistano Shahzada Dawood, suo figlio Sulaiman, e Paul-Henri Nargeolet, esperto marittimo francese.

I resti sono stati portati dalla Guardia Costiera canadese a St. John's, nell'isola di Terranova, al termine di una complessa operazione di recupero. E ora saranno trasportati in un porto degli Stati Uniti dove il Marine Board of Investigation effettuerà le analisi nell'ambito delle inchieste aperte in Usa e in Canada.

Le immagini in tv hanno mostrato quello che sembrava essere il muso del sommergibile e un pannello laterale con componenti elettronici e cavi. Ma proprio il fatto che siano state recuperate parti abbastanza grandi dello scafo pone domande su come possano aver resistito alla «catastrofica implosione» di cui hanno parlato le autorità, a causa della quale secondo gli esperti il Titan avrebbe subito una pressione immensa equivalente al peso della Torre Eiffel, ossia decine di migliaia di tonnellate.

Si pensava che con la forza dell'implosione lo scafo in fibra di carbonio si sarebbe praticamente vaporizzato, distruggendo tutto all'istante e uccidendo i passeggeri prima che si rendessero conto che qualcosa non andava.

Per Tom Maddox, Ceo di Underwater Investigators, gli investigatori si aspettavano che il Titan fosse completamente disintegrato, e aver trovato resti più grandi significa che ora avranno «più pezzi del puzzle da mettere insieme». Una possibile spiegazione potrebbe essere che i rottami di dimensioni più grandi fossero in titanio, più resistente rispetto alla fibra di carbonio con cui è stato realizzato gran parte dello scafo e che aveva già scatenato diversi dubbi sulla sicurezza.

«C'è ancora molto lavoro da fare per comprendere i fattori che hanno portato alla catastrofica perdita del Titan e garantire che una tragedia simile non si ripeta», ha sottolineato da parte sua il capo dell'indagine statunitense sulla tragedia, il capitano Jason Neubauer.

Nel frattempo Pelagic Research, la società di New York che possiede il veicolo telecomandato Odysseus, utilizzato nella ricerca del sommergibile, ha dichiarato che l'operazione di ricerca e recupero in mare aperto è conclusa, dopo che un equipaggio ha «lavorato 24 ore su 24 per 10 giorni».

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