Estero

‘Un Putin più debole è un pericolo più grande’

I disordini russi sono entrati prepotentemente nel dibattito dei 27 leader riuniti a Bruxelles per il Consiglio Europeo di mezza estate.

‘Putin debole è più pericoloso’
(Keystone)

La presenza del segretario generale della Nato - segno tangibile di una rinnovata cooperazione tra Alleanza Atlantica e Ue - ha stimolato la conversazione, con i 27 che hanno chiesto a Jens Stoltenberg «un aggiornamento», specie sulla «retorica nucleare» congiunta di Minsk e Mosca. L'alto rappresentante Josep Borrell ha usato le parole più efficaci: «Un Putin più debole è un pericolo più grande».

Ora che Prigozhin e la Wagner potrebbero trasferirsi in pianta stabile in Bielorussia i due elementi vengono visti come «un cocktail potenzialmente esplosivo» che richiede «grande attenzione». Detto questo, i leader Ue non cambiano la rotta e ribadiscono il loro impegno «incrollabile» all'Ucraina, al di là di quanto accada in Russia. Il Consiglio, nelle conclusioni, ha approvato il «chiaro messaggio politico» sulla necessità per l'Ue e per i suoi Stati membri di contribuire ai futuri «impegni di sicurezza» dell'Ucraina.

Sul come, c‘è tempo per discutere. Il linguaggio, rispetto alle bozze pre-vertice, ha subito delle modifiche. I Paesi neutrali dell'Ue - Irlanda, Austria e Malta - vogliono capire meglio le sfumature. L'Europa, come sanno tutti, non possiede armi o soldati e dunque, come ha sottolineato lo stesso Borrell, questi impegni possono assumere i contorni di missioni di addestramento militare o di sostegno civile.

Oppure il protratto finanziamento alle esigenze belliche di lungo periodo. L'alto rappresentante propone ad esempio di creare una sorta di Fondo europeo per la pace esclusivamente per Kiev, chiamato appunto Fondo per l'Ucraina. Si vedrà. Di certo c’è che garanzie di sicurezza vere e proprie possono essere date solo dagli Stati membri in via bilaterale.

«La migliore soluzione per l'Ucraina è la piena adesione alla Nato una volta che la guerra sarà finita», ha ribadito il premier della Lettonia, Arturs Kariņš. Non a caso il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, dopo aver sentito Stoltenberg, ha ricordato il suo impegno «con tutti gli alleati della Nato per convincerli che è arrivato il momento di fare chiarezza sull'adesione dell'Ucraina all'Alleanza». Perché alla fine, al Consiglio, si è costruito un filo conduttore in vista del summit di Vilnius. Per coordinare le posizioni.

Il segretario generale ha notato come il processo di adesione di Kiev nell'Ue «ha un impatto» pure sull'ingresso nella Nato. «Alcuni leader hanno ricordato che per entrare nell'Unione si devono rispettare degli standard e non possono essere fatti sconti», spiega una fonte. Insomma, i due dossier «non sono stati legati» ma non sarebbe strano immaginare in futuro una qualche assonanza. Volodymyr Zelensky, nel suo intervento al Consiglio, ha assicurato che l'Ucraina «è determinata a essere pienamente preparata per l'avvio dei negoziati di adesione il prima possibile, e lo faremo».

L'altro capitolo importante era quello dedicato a «sicurezza e difesa» dell'Ue, con un check-up sui progressi fatti nell'attuazione della Bussola Strategica, in particolare sulla brigata da 5mila uomini per l'intervento rapido europeo. Su impulso dell'Estonia si è aggiunta una postilla in cui si chiede «una maggiore prontezza della difesa» e un aumento significativo della capacità strategica europea di lungo termine per assumere maggiore responsabilità nella sua stessa difesa.

In pratica si tratta del concetto di «pilastro europeo» della Nato su cui spingono molto i francesi, iniziando dal settore industriale. Perché è sempre da lì, dal pratico, che si parte in Europa per arrivare al filosofico (l'unione dell'acciaio e del carbone insegna).

«La Nato e l'Ue condividono gli stessi valori: per quanto riguarda il lato europeo, stiamo rafforzando le nostre capacità di difesa e sono certo che un'Unione più forte renderà più forte anche la Nato dato che alleati forti creano forti alleanze», ha detto il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel accogliendo Stoltenberg.»

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