la guerra in ucraina

Prigozhin: stop alla marcia perché non volevo un bagno di sangue

La verità del leader del Gruppo Wagner in un audio di 11 minuti. Avvistato in un hotel di Minsk, ma gli uomini di Lukashenko non confermano

Un selfie con Prigozhin a Rostov prima della marcia
(Keystone)
26 giugno 2023
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Yevgeny Prigozhin e gli altri ufficiali della Wagner avevano deciso di deporre le armi a Rostov il 30 giugno, rifiutando però di entrare a far parte delle forze armate regolari entro il primo luglio, come era stato imposto dal Ministero della difesa. Ma poiché sono stati "bombardati", hanno intrapreso la cosiddetta "marcia della giustizia" verso Mosca, "non per rovesciare il potere legittimo, ma per esprimere la propria protesta". Lo ha affermato lo stesso Prigozhin in un messaggio audio di 11 minuti.

Poi il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha offerto di trovare una soluzione "per la continuazione delle operazioni della Wagner in una giurisdizione legittima". È questo ciò che ha da dire Prigozhin in merito alla mediazione che sabato ha messo fine alla marcia dei miliziani verso Mosca.

Inoltre Prigozhin ricorda che la sua marcia su Mosca si è fermata per un solo motivo: era lui a non volere l'inevitabile bagno di sangue che sarebbe seguito a un ulteriore avvicinamento alla capitale.

Dove si trova?

Il capo di Wagner Yevgeny Prigozhin sarebbe stato visto al Green City Hotel di Minsk. Lo riportano canali Telegram russi e il Kyiv Post che cita media bielorussi, ma il servizio stampa del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko afferma di non sapere se Prigozhin sia arrivato o meno in Bielorussia. Lo riferisce il media russo Fontanka che ha provato a contattare l'ufficio di Lukashenko ricevendo come risposta "non ci sono informazioni di questo tipo" alla domanda sulla presenza del capo della Wagner in Bielorussia.

Intanto, in Bielorussia si preparano a costruire campi che ospiteranno 8mila combattenti del Gruppo Wagner, il tutto a 200 km dal confine con l'Ucraina. Lo riferisce il media russo Verstka sostenendo di aver "confermato", tramite fonti proprie, che "è in pieno svolgimento la costruzione di un campo a Osipovichi, nella regione di Mogilev, per 8'000 combattenti, a 200 km dal confine con l'Ucraina", ma aggiunge che "ci saranno diversi campi".

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