Estero

Sequestro milionario a Esselunga: è indagata per frode fiscale

Il colosso della grande distribuzione italiana avrebbe commesso illeciti circa la somministrazione di manodopera, con annesso sfruttamento dei lavoratori

(Cristian1989, CC BY-SA 4.0 )
22 giugno 2023
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Il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, in un'inchiesta del pubblico ministero Paolo Storari, ha eseguito un sequestro preventivo d'urgenza per quasi 48 milioni di euro nei confronti di Esselunga in un'indagine con al centro una presunta "somministrazione illecita di manodopera". È stata accertata, secondo l'accusa, "una complessa frode fiscale" col meccanismo dei "serbatoi di manodopera".

Le indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano "con la collaborazione del Settore contrasto illeciti dell'Agenzia delle Entrate", hanno al centro il "fenomeno della somministrazione illecita di manodopera" e ricalcano il presunto ‘schema’ illegale accertato in numerose altre indagini del pubblico ministero Storari su grandi gruppi della logistica e della distribuzione, come Dhl e Brt. Per l'accusa anche nel caso Esselunga è stata accertata una presunta "frode fiscale caratterizzata dall'utilizzo, da parte della beneficiaria finale del meccanismo illecito", ossia Esselunga stessa, "di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all'emissione e al conseguente utilizzo di fatture inesistenti per un ammontare complessivo di oltre 221 milioni di euro, più Iva, superiore a 47 milioni di euro". Sono indagati l'ex direttore finanziario del colosso dei supermercati e l'attuale direttore finanziario. Ed Esselunga per la responsabilità amministrativa degli enti.

Lavoratori costretti a ‘migrare’ da una società all'altra

Il presunto schema illecito dei "serbatoi di manodopera", nei "servizi di logistica e movimentazione merci", sarebbe stato portato avanti da Esselunga "nel periodo 2016-2022". Un "sistema", già emerso in altre indagini del pubblico ministero Storari, attraverso il quale grandi aziende si garantiscono "tariffe altamente competitive appaltando manodopera" in modo irregolare per i loro servizi. Manodopera che gli viene fornita da una serie di cooperative e altre società, che nascono e muoiono in breve tempo. Negli atti sul caso Esselunga vengono riportati, passaggio per passaggio e indicando le presunte fatture false emesse, tutte le società e i consorzi che avrebbero avuto rapporti, sul fronte della "somministrazione illecita di manodopera", con Esselunga.

I lavoratori, formalmente dipendenti di una rete di cooperative e altre società e che lavoravano di fatto, secondo gli inquirenti, per Esselunga, erano costretti a "migrare" da una società all'altra per mantenere il lavoro. Il pubblico ministero Storari nel decreto parla di una "riscontrata ‘migrazione’ dei lavoratori dipendenti di tali società verso ulteriori soggetti appositamente costituiti al fine di sostituire le prime una volta accumulata una insostenibile posizione debitoria nei confronti dell'Erario". In questo modo il committente finale, ossia Esselunga, poteva, secondo l'accusa, "fruire delle prestazioni dei lavoratori inquadrati formalmente come dipendenti delle società cosiddette ‘serbatoi’ di manodopera, beneficiando al contempo del diritto alla detrazione dell'Iva esposta sulle fatture che caratterizzano i rapporti in discussione". Negli atti si parla anche del "trasferimento delle provviste finanziarie oggetto di approfondimento dai conti correnti intestati al Consorzio Lavoro Più", una delle società al centro dell'indagine, "verso conti esteri extra europei, dopo essere transitate su conti bancari intestati a soggetti giuridici terzi".

Sulla convalida del decreto dovrà esprimersi nei prossimi giorni il giudice per le indagini preliminari di Milano Domenico Santoro. Da quanto si è saputo, l'indagine su Esselunga si incrocia anche con quella, sempre coordinata dal pubblico ministero Storari e condotta dalla Guardia di Finanza di Como, che stamani ha portato, sempre il giudice per le indagini preliminari Santoro, a disporre per l'accusa di caporalato il controllo giudiziario per la società cooperativa Servizi Fiduciari, che fa parte del gruppo Sicuritalia, leader nel mercato della sicurezza e della vigilanza privata. Tra i clienti ‘big’ della cooperativa per i servizi di vigilanza, infatti, risultava anche la stessa Esselunga (non indagata, però, in quest'altra inchiesta).

"L'azienda si è immediatamente attivata per offrire la più ampia collaborazione alle autorità giudiziarie e pieno supporto per lo svolgimento delle attività. Attendiamo con fiducia le verifiche e gli approfondimenti, nella consapevolezza di aver operato sempre nel rispetto della legalità". È quanto contenuto in una nota diffusa da Esselunga in relazione all'indagine della Procura di Milano.

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