blinken in cina

Prove di disgelo, ma non su Taiwan

Il segretario di Stato Usa incontro il ministro degli esteri di Pechino, ma il faccia a faccia con Xi potrebbe non esserci

L’arrivo di Blinken a Pechino
(Keystone)
18 giugno 2023
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Primi segni di disgelo tra Usa e Cina, dopo colloqui di oltre cinque ore definiti da ambo le parti "franchi", "sostanziali" e "costruttivi" tra Antony Blinken e il ministro degli esteri cinese Qin Gang, che ha accettato l'invito ad andare a Washington per proseguire le discussioni. Sembra quindi partita col piede giusto la missione di due giorni del capo della diplomazia americana, primo segretario Usa a sbarcare a Pechino in cinque anni, dopo il ‘falco’ Mike Pompeo.

La visita era stata cancellata a febbraio in seguito alla crisi dei palloni spia cinesi, che aveva accresciuto la tensione tra le due superpotenze legata a diversi dossier, dal commercio alla tecnologia, dalla guerra russa in Ucraina a Taiwan. Un punto, quest'ultimo, su cui Pechino non pare intenzionata a cedere: perchè "la questione di Taiwan è il fulcro degli interessi fondamentali della Cina, la questione più importante nelle relazioni Cina-Usa e il rischio più importante", ha messo in guardia Qin.

Un segnale, non una svolta clamorosa

Nessuno si attende svolte clamorose, ma le prime reazioni sembrano suggerire che si è sulla giusta traiettoria per rimettere in careggiata relazioni al "punto più basso dall'instaurazione delle relazioni diplomatiche (1979, ndr), cosa che non è conforme agli interessi fondamentali dei due popoli, né soddisfa le aspettative comuni della comunità internazionale", come ha sottolineato Pechino.

Tre gli obiettivi di Blinken nella sua missione di due giorni a tu per tu con i vertici della diplomazia cinese, mentre è ancora incerto un possibile incontro con Xi Jinping. Il più importante è la de-escalation, abbassare la temperatura, mantenendo aperti canali di comunicazione diretta per gestire "responsabilmente" le relazioni ed evitare "errori di valutazione" e quindi possibili conflitti nella crescente rivalità tra i due Paesi.

Il secondo è sollevare le preoccupazioni di Usa e alleati su una serie di temi bilaterali e regionali, un menù ampio che spazia dalla guerra in Ucraina a Taiwan.

Il terzo è esplorare aree di potenziale cooperazione, a partire dal clima. Se le cose andranno per il verso giusto, come pare, la missione di Blinken dovrebbe spianare la strada ad altre visite, come quella della segretaria al Tesoro Janet Yellen e al commercio Gina Raimondo. E preparare il terreno per un incontro tra Joe Biden e Xi, forse a margine del G20 in India in settembre o del vertice Apec a San Francisco in novembre, dove il presidente cinese è già stato invitato.

Lo stesso inquilino della Casa Bianca ha detto venerdì di sperare di incontrare nuovamente Xi nei prossimi mesi per "parlare delle legittime differenze che abbiamo, ma anche di come andare d'accordo", gettando altra acqua sul fuoco su quello che aveva gia' definito "uno stupido pallone": "Non credo che la dirigenza sapesse dov'era, e sapesse cosa c'era dentro, e sapesse cosa stava succedendo. Penso che sia stato più imbarazzante che intenzionale".

Buoni auspici

La visita di Blinken è iniziata subito sotto buoni auspici. Il ministro degli esteri cinesi Qin Gang lo ha ricevuto infatti col tappeto rosso nella villa statale riccamente decorata negli antichi Giardini Diaoyutai di Pechino, dove in serata ha offerto un ricevimento.

I due si sono stretti la mano davanti alle rispettive bandiere, senza fare dichiarazioni ai reporter. "Spero che questo incontro possa aiutare a riportare le relazioni Cina-Usa su ciò che i due presidenti hanno concordato a Bali", ha twittato poco dopo Hua Chunying, portavoce del ministero degli esteri di Pechino, riferendosi al bilaterale a margine del G20 indonesiano. E in questo spirito che alla fine dell'incontro si è concordato, secondo il Dragone, di "incoraggiare l'espansione degli scambi culturali ed educativi tra i due Paesi, di discutere attivamente l'aumento dei voli passeggeri tra la Cina e gli Stati Uniti", e di accogliere "più studenti, accademici e uomini d'affari nei rispettivi Paesi e di fornire supporto e convenienza per questo scopo"

Lunedì l'incontro tra Blinken e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese, Wang Yi. Nessuna conferma per ora su un suo faccia a faccia con Xi, che venerdì ha ricevuto da "vecchio amico" con tutti gli onori il fondatore di Microsoft Bill Gates come presidente dell'omonima fondazione filantropica.

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