Italia

Una fitta rete di affari fatti con droga e tangenti

Le misure cautelari sono state disposte dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara

Mazzette!
(Ti-Press)
12 giugno 2023
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Gli affari si fanno con la droga e le tangenti, e la corruzione è la via d’accesso preferenziale per infiltrarsi nella pubblica amministrazione. È una saga a tema “appalti truccati” quella che, secondo le risultanze di oltre un anno di indagini, è andata a lungo in scena negli uffici comunali, con attori protagonisti il dirigente del Settore “Lavori Pubblici” del Comune di Pescara, un imprenditore edile e due pusher, colpiti lunedì da provvedimenti di custodia cautelare in carcere, oltre a due collaboratori di fiducia del dirigente, tutti destinatari di contestazioni di numerosi reati, tra cui corruzione, turbata libertà degli incanti, peculato, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.

Le misure cautelari sono state disposte dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara, su richiesta della Procura della Repubblica di Pescara e sono state eseguite all’alba dai militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, con l’ausilio dei cani antidroga, dei baschi verdi e con il supporto dei mezzi aerei del Reparto operativo aeronavale. L’inchiesta evidenzia, anche grazie alle intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, innanzitutto, di gare turbate, gestite dal dirigente in modo illecito, col vizio dei favoritismi. Si tratta di procedure di affidamento che hanno per oggetto, principalmente, opere pubbliche e appalti di lavori. Persino cantieri per la manutenzione delle strade della città finanziati dai fondi europei per un valore di 5 milioni di euro.

Viene fuori che il trait d’union tra l’area grigia dell’economia collusa e l’altra "area grigia", altrettanto pericolosa, in cui operano gli apparati infedeli della pubblica amministrazione, è un contratto non scritto improntato alla corrispettività, il tradizionale do ut des. Per cui, in cambio degli affidamenti diretti e dei subappalti, dei pareri favorevoli e dell’accelerazione dei pagamenti per le commesse pubbliche, l’imprenditore dà al dirigente soldi, droga, regali e altre utilità. La fornitura della sostanza stupefacente viene garantita da due spacciatori con precedenti, spesso finiti in manette. L’imprenditore la acquista e poi la condivide con il dirigente e i due funzionari pubblici, che, come documentato dalle Fiamme gialle, sono soliti consumarla con assunzione di alcol, in ufficio o alla guida delle auto personali e comunali, anche in orario di servizio.

È così che il tunnel della droga si unisce al giro di favoritismi che ha disseminato macerie nell’attività amministrativa, in un baratto cocaina-bustarelle e appalti che ha danneggiato l’interesse pubblico.

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