Estero

Dopo la condanna Trump resta ‘ignifugo’, ma non imbattibile

Secondo il vicedirettore del ‘Post’ Francesco Costa, chi lo sostiene non si cura degli abusi sessuali. Ma ciò non garantisce un ritorno alla Casa Bianca

In sintesi:
  • La sua base non crede che sia una brava persona, ma la cosa non l'interessa più di tanto
  • Intanto il resto del partito ha paura di cosa succederebbe sfidandolo alle primarie, per cui sperano che ‘scompaia magicamente’
(Keystone)
10 maggio 2023
|

Non è la prima volta che l'ex presidente americano Donald Trump si trova in mezzo a scandali di natura sessuale, e le accuse in sospeso sono decine. Stavolta, però, e arrivata una condanna: un tribunale civile di New York ha stabilito che dovrà risarcire con 5 milioni di dollari la giornalista Elizabeth Jean Carroll, oggi 79enne, che l'anno scorso l'aveva denunciato per stupro per fatti avvenuti nel 1996. Se non fosse intervenuta la prescrizione a livello penale, Trump avrebbe perfino potuto subire una condanna detentiva. Lo stupro non è stato provato, ma in quel camerino dei grandi magazzini Bergdorf Goodman, secondo la corte, il già megaimprenditore avrebbe effettivamente messo le mani addosso a Carroll, dopo averle chiesto di aiutarlo a scegliere della lingerie per un regalo.

In attesa di un probabile appello, Trump continua a negare tutto: "Non ho assolutamente idea di chi sia questa donna – ha scritto sul suo social Truth –, questo verdetto è una vergogna, una continuazione della più grande caccia alle streghe di tutti i tempi". Ma cosa cambia, adesso, per i suoi piani di riconquista della Casa Bianca? Lo chiediamo al vicedirettore del Post Francesco Costa, che di politica americana se ne intende.

Dopo l’incriminazione per aver ‘comprato’ il silenzio della pornostar Stormy Daniels con fondi elettorali, stavolta c’è una condanna per un’accusa ben più grave: abusi sessuali. Che importanza ha un verdetto del genere nella storia istituzionale americana?

Non ci sono precedenti di presidenti condannati dopo la fine del loro mandato, quindi si tratta già di un record. Che rischia di diventare ancora più difficile da battere, tenendo conto del fatto che devono ancora andare a giudizio i casi più gravi: il presunto tentativo di manipolare il voto del 2020, l’insurrezione del 6 gennaio successivo, la storia dei documenti riservati trovati nella sua residenza a Mar-a-Lago. Eppure, se non proprio ‘ignifugo’, Trump è comunque riuscito ad abbassare talmente tanto l’asticella circa l’accettabilità dei suoi comportamenti che pare non subire le conseguenze di queste condanne.

In effetti, già prima della sua elezione nel 2016, in molti pensavamo che ad affossarlo sarebbe bastato il vecchio video in cui si vantava di afferrare le donne per i genitali. Ora però è addirittura una corte a condannare certi comportamenti. Servirà a fermare il ritorno alla Casa Bianca, oppure ormai Trump è al di là del bene e del male?

La questione è complessa. Intanto, va notato che i politici americani di ogni partito hanno sempre cercato di convincere gli elettori non solo di avere le idee migliori, ma anche di essere delle brave persone, sfoggiando le loro famiglie e presentandosi come grandi uomini, prima ancora che come grandi politici. Trump no, anzi: ha sempre esibito il suo cinismo e la sua cattiveria, sfruttandoli come strumenti di comunicazione per arrivare ovunque. I suoi sostenitori non credono che sia onesto, e lo dicono apertamente nei sondaggi. Pensano semmai che sia bravo a governare. Non credo che presso di loro la sua popolarità da oggi cambierà radicalmente.

Ronald Reagan era chiamato “il presidente di Teflon”, perché scandali e polemiche gli scivolavano addosso. Trump, pare di capire, è altrettanto resistente.

Non bisogna però neppure cedere alla leggenda metropolitana che lo vuole invincibile. In realtà dopo la vittoria del 2016 – per il rotto della cuffia e prendendo molti meno voti di Hillary Clinton – ha perso una gran quantità di elezioni: nel 2018, nel 2020, e in generale i candidati che sosteneva hanno perso anche nel 2022. Quindi Trump piace, sì, ma a una minoranza della popolazione, al di fuori della quale gli eventi l’hanno toccato eccome.

È pensabile che il Partito Repubblicano approfitti di questa condanna per liberarsene?

Credo che la dirigenza del partito non veda l’ora di liberarsene. Ma sperano e pregano che Trump sparisca come per magia, perché non trovano altri modi per disfarsene o almeno per arginarlo: da una parte ha il sostegno di larga parte della base del partito, dall’altra i suoi avversari più forti – incluso il governatore della Florida Ron DeSantis – non sono poi così diversi da lui. Magari lo sono nel temperamento, nel carattere, ma quanto a proposte politiche non vi è grande differenza. Peraltro molti tentennano all’idea di affrontare delle primarie contro Trump, che possono rivelarsi un’esperienza brutale. Lo stesso DeSantis potrebbe preferire un’attesa di quattro anni a questo scontro. Anche perché Trump e la sua base richiedono di negare la realtà – ad esempio sul risultato del 2020 – e in caso di sconfitta alle primarie, non è detto che lui non si ricandidi da indipendente. Motivi per cui molti preferiscono non toccarlo e sperano in silenzio che sparisca. Ma così facendo, probabilmente, Trump resterà e continuerà la corsa.

LA GIORNATA

Tra squali e calamari

Ora Donald Trump e i suoi avvocati annunciano battaglia contro il verdetto, che di fatto ha confermato le accuse giudicando non provato solo un atto di penetrazione completo. Non è chiaro tuttavia quale potrà essere la strategia difensiva in questo caso a parte continuare a negare di conoscere la scrittrice. Peraltro i comportamenti sessisti, inappropriati e molesti di Trump nei confronti delle donne sono ben noti: nelle ultime ore la sua ex direttrice della comunicazione, Alyssa Farah Griffin, e l'ex portavoce Stephanie Grisham li hanno definiti ordinaria e inevitabile amministrazione alla Casa Bianca.

Le prossime settimane saranno cruciali anche per gli altri processi. Sul fronte documenti classificati, il procuratore speciale ha iniziato a scavare sulla gestione dei filmati di sorveglianza della residenza da parte dell'ex presidente. Jack Smith vuole capire se Trump o i suoi addetti alla sicurezza, Matthew Calamari Sr. e il figlio Matthew Calamari Jr, abbiano manipolato o nascosto video che mostrano dipendenti del resort in Florida spostare le carte top-secret. Quanto ai tentativi di manipolare l’esito del voto 2020 in Georgia, la sentenza sarebbe sempre più vicina, dopo che la metà dei ‘falsi grandi elettori’ dell'ex presidente hanno patteggiato per ottenere l'immunità nelle indagini della procuratrice di Fulton County in cambio di preziose informazioni agli inquirenti.

A livello politico, nei prossimi giorni potrebbe arrivare l'annuncio di Ron DeSantis sulla candidatura per le Presidenziali del 2024. Una parte del Grand old party ha già preso le distanze dall'ex presidente: “Spero che la giuria del popolo americano raggiunga la stessa conclusione su Donald Trump. Semplicemente, non è adatto alla presidenza degli Stati Uniti e a essere la persona a cui affidiamo i nostri figli e il mondo come leader del mondo libero”, ha tuonato il senatore ed ex candidato presidenziale Mitt Romney. ANSA

Leggi anche:
Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔