Città del Vaticano

Sinodo: anche le donne con diritto di voto

‘Non una rivoluzione ma un importante cambiamento’, ci hanno tenuto a specificare i cardinali Mario Grech e Jean-Claude Hollerich

In sintesi:
  • Cambia la composizione dei partecipanti all’assise del prossimo ottobre
  • Una richiesta esplicita, insieme a quella di ‘valorizzare’ la presenza dei giovani
Papa Francesco
(Keystone)
26 aprile 2023
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Non cambia la natura né il nome – che rimane Sinodo dei Vescovi –, come spiega catt.ch, ma cambia la composizione dei partecipanti all’assise del prossimo ottobre in Vaticano sul tema della sinodalità, alla quale prenderanno parte anche membri «non vescovi», quindi laici nominati direttamente dal Papa, il 50% dei quali «si chiede» che siano donne. Una richiesta esplicita, insieme a quella di «valorizzare» la presenza dei giovani. Tutti avranno diritto di voto, raggiungendo un numero di membri votanti in Aula Nuova del Sinodo pari a circa 370 su oltre 400 partecipanti complessivi.

Non una rivoluzione

Sono queste le principali modifiche e novità introdotte da Francesco per il Sinodo che suggellerà in autunno il percorso sinodale da lui stesso avviato nel 2021. «Non una rivoluzione ma un importante cambiamento», ci hanno tenuto a specificare i cardinali Mario Grech e Jean-Claude Hollerich, rispettivamente segretario generale del Sinodo e relatore generale.

Le nuove disposizioni non abrogano infatti la normativa vigente, la costituzione apostolica Episcopalis Communio del 2018 che già prevedeva la presenza di «non vescovi». Con le novità di oggi – che si giustificano nel contesto del processo sinodale che Francesco ha voluto che partisse «dal basso» – si precisa il numero: 70 tra sacerdoti, consacrati, diaconi, laici, provenienti dalle Chiese locali e in rappresentanza del Popolo di Dio. Non ci saranno più quindi gli «uditori».

«Questa decisione – spiegano dalla Segreteria generale del Sinodo – rinforza la solidità del processo nel suo insieme, incorporando nell’Assemblea la memoria viva della fase preparatoria, attraverso la presenza di alcuni di coloro che ne sono stati protagonisti. In questo modo la specificità episcopale dell’Assemblea sinodale non risulta intaccata, ma addirittura confermata».

Elezione e nomina

Più nel dettaglio, i membri «non vescovi» vengono nominati dal Papa da un elenco di 140 persone individuate dalle Conferenze episcopali e dall’Assemblea dei Patriarchi delle Chiese Orientali cattoliche (20 per ognuno). Si chiede, come detto, che la metà siano donne e che si valorizzino i giovani: «Perché il nostro mondo è fatto così», hanno rimarcato i due porporati. Nella scelta si tiene conto di cultura generale, «prudenza», ma anche conoscenza e partecipazione nel processo sinodale. In quanto membri hanno diritto di voto. Un aspetto importante, anche se Grech si è augurato «che un giorno potremo fare a meno del voto. Il Sinodo è un discernimento, una preghiera, non stiamo dietro ai voti».

Cinque religiose e cinque religiosi

Ad avere diritto di voto saranno anche le cinque religiose e i cinque religiosi eletti dalle rispettive organizzazioni di Superiore Generali e Superiori Generali (Uisg per il ramo femminile e Usg per quello maschile). Essi – e questa è l’altra novità – prendono il posto dei dieci chierici degli Istituti di vita consacrata previsti in passato. Tutte le elezioni – svolte in plenaria e a scrutinio segreto dai rispettivi Sinodi, Consigli e Conferenze episcopali – devono essere ratificate dal Papa. E finché il Papa non conferma l’elezione, i nomi degli eletti non sono noti al pubblico.

I facilitatori

Un’altra novità è che all’Assemblea partecipano – ma senza diritto di voto – anche «esperti», persone competenti a vario titolo sull’argomento trattato. Ci saranno pure delegati fraterni, membri di altre Chiese e Comunità Ecclesiali, e per la prima volta, appariranno al Sinodo le figure dei «facilitatori», anch’essi esperti che faciliteranno, appunto, i lavori nei vari momenti. Una scelta, ha spiegato Grech, nata dall’esperienza dei gruppi di studio «che ci ha mostrato che questi esperti possono creare una dinamica che può portare frutti». «Ci sono vescovi che non hanno mai partecipato al Sinodo, dunque bisogna facilitare la dimensione spirituale», ha spiegato Hollerich, sottolineando che per la prima volta ci saranno in Assemblea anche vescovi di Paesi che non hanno una Conferenza Episcopale. Il «suo» Lussemburgo è uno di questi, ma anche Estonia, Moldavia. Così, hanno concordato i due cardinali, «la Chiesa sarà più completa e sarà una gioia averla riunita per intero a Roma».

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