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Duemila uomini per la Guardia di Ben Gvir

Istituita una “milizia” – come è stata definita dagli oppositori – che risponde al ministro di estrema destra che tiene in scacco il governo

Le proteste a Tel Aviv (Keystone)

Ripristinare "l'autorità di governo", combattere il terrorismo e "il crimine nazionalista". Questi gli obiettivi che il più controverso tra i ministri del governo di Benyamin Netanyahu, il leader del partito di estrema destra Potenza ebraica e responsabile della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, affida alla costituenda ‘Guardia’, formazione di almeno duemila uomini sotto il suo diretto comando. Una "milizia" - come è stata definita dall'opposizione - in un Paese che oltre all'esercito già conta una robusta polizia, un corpo di guardie di frontiera, un servizio di sicurezza interna (Shin Bet) e uno esterno (Mossad).

Un'idea antica quella di Ben Gvir, che la presentò al momento della formazione del governo, ma che ora ha ripreso forza dopo l'accordo fatto con il premier Benyamin Netanyahu nel momento più duro delle proteste in piazza contro la riforma della giustizia. Ben Gvir ha dato il suo assenso alla pausa parlamentare sulla legge in cambio appunto del via libera alla Guardia nazionale.


Il ministro per la Sicurezza Nazionale Ben Gvir (Keystone)

E ora Netanyahu gli ha preannunciato il sostegno del governo e finanziamenti per centinaia di milioni di shekel nella seduta di governo di domenica. Allarmando così l'opposizione che teme che Ben Gvir possa ricorrere alla Guardia anche per reprimere i dimostranti o intimidire gli oppositori. Su Facebook Ben Gvir si è indignato per le insinuazioni.

La difesa

"Non sarà un esercito privato, nemmeno una milizia. Si tratta anzi di un progetto sionista di primo piano che contribuirà a rafforzare la sicurezza". I suoi uomini, ha anticipato, si prodigheranno per impedire che "si ripetano scene come quelle del maggio 2021", quando città israeliane a popolazione mista ebrea ed araba furono teatro di violenze. Saranno impegnati anche nelle fattorie contro "il terrorismo agricolo" e contro le estorsioni dei contadini. "Daremo sicurezza al cortile posteriore di Israele".

Un primo progetto relativo alla Guardia Nazionale fu approvato l'anno scorso dall'allora premier Naftali Bennett, come parte della Guardia di frontiera, e sta prendendo forma. Ma adesso Ben Gvir ha convinto Netanyahu che quel piano deve essere rielaborato e che la Guardia deve essere posta alle dipendenze dirette del ministero per la Sicurezza nazionale.

La falange privata

Dopo le recenti manifestazioni anti-governative Ben Gvir ha espresso insoddisfazione per il comportamento della polizia (a suo parere troppo incerto) e la sua fiducia nel capo della polizia Koby Shabtai si è incrinata. Questi ha già replicato che la Guardia nazionale dovrà comunque essere alle sue dipendenze: "Uno stato non può avere due forze di polizia", ha osservato. Ieri un ex capo della polizia, Moshe Karadi, ha avvertito che assumendo il comando diretto della Guardia "Ben Gvir si troverebbe alla guida di una milizia, di una falange privata. È molto pericoloso che un politico guidi una forza di sicurezza".

In un'intervista al quotidiano Calcalist ha anche ricordato che Ben Gvir ha mosso i primi passi in politica fra gruppuscoli della destra extraparlamentare. "Fa paura pensare - ha aggiunto - che recluti attivisti di gruppi come La Familia, Lehavà e Kahana-Kay, dia loro divise e li mandi in strada". Ma Ben Gvir vuole sfruttare al massimo la posizione di spicco conquistata nel governo e lavora alacremente ai suoi progetti. "Spero di disporre delle forze sul terreno - ha anticipato - già entro la fine del 2023".

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