La città di New York mette al bando il termine per indicare le toilette comunali in quanto risalente alla Seconda guerra mondiale
Evocano la schiavitù sessuale imposta dalle forze giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale: la città di New York mette così al bando il termine ‘comfort stations’ per indicare i bagni pubblici. Secondo quanto riferisce l'assessorato ai parchi, si useranno semplicemente i termini ‘public restroom’ oppure ‘public restroom building’.
L'espressione ‘comfort stations’ (stazioni di conforto) può avere una connotazione negativa nelle comunità asiatiche americane e delle isole del Pacifico perché veniva usato durante il secondo conflitto mondiale come luogo dove le donne (chiamate donne di conforto) venivano costrette a prestazioni sessuali dalle forze militari dell'impero giapponese. Si stima che dagli inizi degli anni 30 fino al termine della guerra, circa 200mila ‘donne di conforto’ furono costrette a prestazioni nei bordelli militari giapponesi, spesso noti appunto come ‘comfort stations’ (stazioni di conforto).
Il termine è entrato nel lessico della città di New York anni prima nel tentativo di migliorare le strutture pubbliche durante l'era progressista (1897-1920). A differenza di quelli che erano i bagni pubblici, le "comfort stations" erano più grandi e di solito nei sotterranei di spazi pubblici popolari. Uno di questi è la struttura in Beaux Arts a Bryant Park.