la guerra in ucraina

Xi Jinping vedrà Putin e poi Zelensky

La Russia rinnova l’intesa sul grano solo per altri 60 giorni

Vladimir Putin e Xi Jinping (Keystone)

In assenza di significativi sviluppi sul terreno, al di là dell’altissimo numero di militari e civili uccisi, si riaccende un barlume di speranza per una possibile soluzione negoziata al conflitto in Ucraina. Il presidente cinese Xi Jinping, che cerca di accreditare il suo Paese per una mediazione, sarebbe atteso già la prossima settimana a Mosca, e poi dovrebbe parlare in videoconferenza con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Questo, almeno, quanto annunciano autorevoli media internazionali, anche se dalle rispettive capitali non arriva alcuna conferma.

Brutte notizie da Ginevra

Un segnale negativo giunge invece da Ginevra, dove, in colloqui con rappresentanti dell’Onu, la Russia si è detta disposta a prolungare solo di 60 giorni l’accordo per l’esportazione del grano dai porti ucraini, in scadenza il 18 marzo.

È stata l’agenzia Reuters ad annunciare l’arrivo a breve di Xi a Mosca per un incontro con il presidente russo Vladimir Putin. Più presto dunque di quanto ci si aspettava, dopo che il mese scorso il Wall Street Journal aveva parlato di una missione del presidente cinese attesa tra aprile e maggio. Lo stesso giornale americano scrive ora che, dopo l’incontro con Putin, Xi dovrebbe avere un colloquio online con Zelensky. Non solo: il leader cinese potrebbe fare tappa anche in alcuni Paesi europei, che non vengono specificati.

No comment

Il ministero degli Esteri cinese e quello russo non commentano e il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha fatto sapere di non avere nulla da dire "per ora" sull’argomento. Quando le due parti decideranno di fare un annuncio "vi faremo sapere", ha aggiunto, tornando però a ribadire che al momento Mosca non vede i presupposti per una soluzione pacifica in Ucraina e quindi rimane convinta di poter perseguire i suoi obiettivi "solo per via militare".


Il loro ultimo incontro ufficiale, il 4 febbraio scorso (Keystone)

Certo, la visita di Xi a Mosca servirebbe anche a riconfermare quell’alleanza strategica tra la Russia e la Cina che tanto preoccupa l’Occidente e che ha generato non poche perplessità tra europei e americani sulle reali credenziali di Pechino per ergersi a mediatore super partes.

Il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu, in un messaggio inviato oggi al generale Zhang Yuxu per la sua conferma a vice presidente del Consiglio militare centrale cinese, ha sottolineato che le relazioni bilaterali hanno raggiunto "un livello senza precedenti".

Le mire diplomatiche di Pechino

Ma il Wsj sottolinea che la Cina è anche alla ricerca di un successo diplomatico che ne rafforzi l’immagine come mediatore globale, dopo aver raccolto la scorsa settimana un primo successo facilitando un accordo tra Iran e Arabia Saudita per la ripresa delle relazioni diplomatiche.

Anche Kiev, oltre a Mosca, ha dato segnali nelle settimane scorse di volere studiare il piano cinese, sebbene la parte resa pubblica non vada oltre generici impegni per il dialogo, il cessate il fuoco e il rifiuto dell’uso di armi nucleari. "Speriamo che con un Paese così grande come la Cina riusciremo a trovare una soluzione a questa guerra", ha detto l’ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melnyk.

Le parole del Papa

E parole di pace vengono anche dal Patriarca Kirill in un messaggio inviato a Papa Francesco per i dieci anni del suo pontificato. "In questi tempi difficili, un dialogo tra leader religiosi può dare buoni frutti e contribuire ad unificare gli sforzi della gente di buona volontà per guarire le ferite della creazione di Dio", ha scritto il capo della Chiesa ortodossa russa. Quanto sia difficile la via delle eventuali trattative è però dimostrato dall’esito dei colloqui odierni a Ginevra per l’estensione dell’accordo sul grano, raggiunto nel luglio del 2022 con la mediazione dell’Onu e della Turchia e prolungato di 120 giorni a novembre.

Il vice ministro degli Esteri russo Serghei Vershinin, che ha guidato la delegazione di Mosca, ha lamentato che i Paesi occidentali non hanno ancora tolto gli ostacoli alla piena ripresa dell’export dei prodotti agricoli russi, in ottemperanza a una parte dell’accordo che prevedeva appunto una parziale revoca delle sanzioni per permettere il libero accesso ai mercati mondiali. "Determineremo la nostra posizione futura in base ai reali progressi, non a parole ma nei fatti", ha avvertito Vershinin.

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