Il suo governo supervisionò le riforme che portarono alla riunificazione
Hans Modrow, che come ultimo primo ministro comunista della Germania dell’Est supervisionò le riforme democratiche che aprirono la strada alla riunificazione tedesca, è morto all’età di 95 anni. La notizia è stata data dal partito della sinistra tedesca Die Linke.
"Ieri sera ci ha lasciato Hans Modrow, all’età di 95 anni. Con la sua morte, il nostro partito perde una figura importante", ha annunciato su Twitter la formazione politica, che è considerata l’erede del Partito comunista della Germania dell’Est. "L’intero processo pacifico per arrivare all’unità tedesca è stato un suo risultato", ha twittato Die Linke. "Quella rimarrà la sua eredità politica".
Modrow, comunista riformista, andò al governo della Germania dell’Est nel novembre 1989 poco dopo la caduta del muro di Berlino e in seguito invitò nell’esecutivo le forze dell’opposizione. Era stato il leader del Partito Comunista di Dresda per 16 anni, dal 1973, e aveva la reputazione di personaggio anti-regime, rifiutando i privilegi del partito e insistendo per vivere in un appartamento umile. Sotto il suo governo si tennero le prime elezioni libere della Germania dell’Est in mezzo a crescenti disordini. Nel febbraio 1990, Modrow partecipò ai colloqui con la Germania Ovest su un’eventuale "patria unita" che nella sua prospettiva sarebbe stata indipendente dai due blocchi militari.
Nelle elezioni che si tennero quella primavera guidò la campagna elettorale del Partito del socialismo democratico, che prese solo il 16%. Vinse invece la coalizione di partiti conservatori, favorevole a una più rapida riunificazione, grazie anche al forte sostegno del leader della Germania occidentale Helmut Kohl. La Germania si sarebbe riunificata sotto la guida di Kohl e come membro della Nato il 3 ottobre 1990, meno di un anno dopo la caduta del muro di Berlino.
Modrow rimase in Parlamento fino al 1994; dal 1999 al 2004 era stato Europarlamentare.