la guerra in ucraina

La giornalista ‘No war’: Putin è una piovra, va fermato

Marina Ovsiannikova, che alzò un cartello pacifista in diretta tv, è a Parigi: ‘Fuggita da Mosca, temo per la mia vita’

Marina Ovsiannikova a Parigi (Keystone)
10 febbraio 2023
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"Il regime di Putin è una piovra. Il mondo si unisca per fermarlo": Marina Ovsiannikova, la giornalista tv che il 14 marzo scorso aveva brandito in diretta al telegiornale dell’emittente di Stato russa Pervy Kanal un cartello con la scritta ‘No War’ è rispuntata a Parigi, nel cuore dell’Unione europea, dove ha trovato rifugio da ottobre, per raccontare la sua fuga ad alto rischio da Mosca insieme a una figlia, con l’aiuto della ong Reporters Sans Frontières. In Russia, l’ex mezzobusto dissidente era costretta a portare il braccialetto elettronico e rischiava 10 anni di carcere dopo essere stata incriminata ad agosto per "diffusione di false informazioni" sull’esercito. "La sentenza - racconta la donna di 44 anni dinanzi al muro di giornalisti riuniti nella sede di Rsf - sarebbe arrivata il 9 ottobre. Il mio avvocato mi ripeteva: ’Scappa, scappa, ti devi salvare la vita’".

Operazione Evelyne

L’operazione con nome in codice ‘Evelyne’ è scattata nella notte tra venerdì e sabato 1 ottobre, data in cui ha lasciato il suo appartamento di Mosca insieme alla figlia. "C’erano meno rischi che ci cercassero durante il week-end", afferma Ovsiannikova, aggiungendo: "Avevamo due giorni per lasciare la Russia. E’ stato un successo. Abbiamo preso diverse direzioni, cambiato sette veicoli, anche se uno di essi si è impantanato in un campo e abbiamo dovuto camminare in piena notte, senza rete mobile, ci siamo orientati guardando le stelle". A causa del timing al cardiopalma, dice di essersi dimenticata di neutralizzare il braccialetto elettronico. "L’ho dovuto spezzare con una pinza molto tagliente solo dopo aver preso la seconda auto".

L’itinerario della fuga fino alla Francia resta top secret. "Zone d’ombra" necessarie per "la sicurezza di tutti coloro che hanno contribuito a questa operazione fuori dal comune", si è giustificato il segretario generale di Rsf, Christophe Deloire. "Questa evasione, che fa pensare ai più celebri superamenti del muro di Berlino, non è stata organizzata dai servizi di intelligence", assicura.


Il momento del cartello in diretta tv (Keystone)

L’incursione e la paura

A metà marzo, dopo l’avvio dell’offensiva in Ucraina, Ovsiannikova aveva interrotto il Tg serale di Pervy Kanal, dove lavorava da circa 20 anni, brandendo un cartellone con la scritta ‘No War’ e la richiesta di interrompere i combattimenti. La giornalista esortava i russi a "non credere alla propaganda" di Putin. Fermata, venne multata prima di lasciare il Paese una prima volta per andare a lavorare per il media tedesco Die Welt. A luglio ha però deciso di rientrare in Russia, dove ha continuato a criticare il potere, prima di venire nuovamente arrestata e incriminata. I due figli sono stati affidati all’ex marito.

Dopo anni passati a "far finta di non vedere", dice di essere rimasta "profondamente scioccata" dall’invasione dell’Ucraina. "È quasi un anno che dura. I crimini sanguinari del regime russo sono sempre più atroci. Tutta la comunità internazionale deve unirsi contro il regime" di Putin, dichiara ora, deplorando che "tutta la Russia si trova in una bolla di propaganda". E ancora: "Il potere è come una piovra, le forze di sicurezza agiscono in modo preventivo appena c’è qualcuno che prova ad alzare la testa".

La donna di 44 anni ora è costretta a vivere nascosta in un luogo tenuto segreto. "Temo per la mia vita - afferma -. Quando parlo con i miei amici in Russia mi chiedono cosa preferisca: il polonio, il novichok o un incidente d‘auto". Intanto, in Germania è uscita la sua autobiografia ’Tra il bene e il male, come mi sono infine opposta alla propaganda del Cremlino’, presto anche in inglese e francese.

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