Estero

‘Dopo i tank ci saranno anche gli aerei’

Kiev torna a invocare i caccia ‘per salvare più vite’, mentre prosegue la feroce battaglia a Bakhmut

(Keystone)

Mentre a Bakhmut la battaglia si fa sempre più feroce, l’Ucraina insiste per ottenere altre armi dall’Occidente nell’attesa di una "grande offensiva russa questo mese". Quanto alle armi occidentali, il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov ha rassicurato i partner promettendo che Kiev "non le userà per colpire il territorio russo". Su questo c’è "consenso" col presidente ucraino Volodymyr Zelensky, gli ha fatto eco il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Tuttavia Kiev è tornata a invocare i caccia perché la "riluttanza" occidentale a consegnarli "costerà più vite" sul terreno. Ma nonostante le porte chiuse ricevute da Berlino e Washington, c’è ottimismo: dopo i tank "ci saranno anche gli aerei", secondo Reznikov. Il ministro della Difesa si fa voce delle richieste ucraine mentre intanto sembra che la sua poltrona sia a rischio, almeno secondo i media. Zelensky sarebbe infatti pronto a sostituirlo con il capo dell’intelligence militare Kyrylo Budanov, sostiene l’Ukrainska Pravda che cita fonti governative e militari. Per Reznikov non sarebbe tuttavia un vero e proprio siluramento: andrebbe infatti a prendersi il posto di ministro della Giustizia ora affidato a Denys Maliuska, che potrebbe diventare ambasciatore di una missione diplomatica in Europa. "Nessun funzionario è sulla poltrona per sempre", ha commentato il diretto interessato, dicendosi pronto a dimettersi se il presidente Zelensky glielo chiederà. Intanto, promette di lanciare controlli al ministero dopo lo scandalo di corruzione che il mese scorso ha colpito i suoi uffici. Le verifiche riguarderanno anche "l’assistenza tecnica internazionale", mentre Kiev riceve sempre più armamenti dall’Occidente.

‘Armare l’Ucraina, unica via verso la pace’

Per il ministro degli Esteri britannico James Cleverly armare l’Ucraina "è la via più rapida, anzi l’unica, verso la pace". Soldati ucraini sono partiti all’estero per iniziare l’addestramento all’uso dei Samp-T promessi da Francia e Italia, mentre da lunedì le truppe ucraine inizieranno il training con i carri armati Leopard. Le armi servono a Kiev perché la guerra non accenna a fermarsi. E si fa più intensa a Bakhmut, "roccaforte" ucraina dove proseguono feroci battaglie e persino il fondatore dei mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, riconosce che "le forze ucraine non si stanno ritirando" e "si combatte per ogni strada, ogni casa". Ma la città "è sempre più isolata", riferisce l’intelligence britannica, spiegando che le due strade principali per i difensori ucraini sono minacciate dal fuoco diretto russo.

E non è solo nel Donetsk - dove Mosca rivendica posizioni più vantaggiose - che si concentra l’offensiva russa: a Kharkiv, cinque persone sono rimaste ferite dopo che un raid si è abbattuto sul centro della città, colpendo abitazioni e anche l’università. A Kherson, un incendio è scoppiato dopo che le bombe di Mosca hanno colpito una scuola senza provocare vittime. Dall’altro lato dello schieramento, il sindaco filorusso di Donetsk, Alexey Kulemzin, denuncia intanto che due civili sono rimasti uccisi per i bombardamenti delle truppe ucraine. E dal ministero degli Esteri russo arriva l’accusa che Kiev starebbe pianificando una provocazione a Kramatorsk, colpendo cliniche e un ospedale per accusare la Russia di crimini di guerra.

‘Putin è un esperto bugiardo’

Con l’Ucraina che continua a combattere, sul fronte diplomatico la tensione resta alta. È entrato in vigore il price cap occidentale sui derivati petroliferi russi. E mentre il cancelliere tedesco Scholz afferma che Putin non ha "minacciato né lui né la Germania", una nuova occasione di scontro l’ha scatenata un’intervista dell’ex premier israeliano Naftali Bennett, che ha rivelato di aver ricevuto dal presidente russo - quando nel marzo scorso si recò a Mosca per uno sforzo di mediazione - l’assicurazione che egli non avrebbe ucciso Zelensky. "Non fatevi ingannare, Putin è un esperto bugiardo", ha replicato il capo della diplomazia ucraina Dmytro Kuleba, ricordando che lo zar aveva anche promesso "in passato, di non occupare la Crimea, di non invadere l’Ucraina. E poi lo ha fatto".

Alla pace, intanto continua a pensare Papa Francesco: "Sono aperto a incontrare ambedue i presidenti, quello dell’Ucraina e quello della Russia", ha detto sull’aereo che dal Sud Sudan lo ha riportato a Roma. "Se io non sono andato a Kiev è perché non è possibile per il momento andare a Mosca ma chiedo il dialogo".

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