Migliaia di sostenitori dell’ex presidente al parlamento e altre sedi istituzionali. Lula: ‘Attacco vandalo e fascista, per i terroristi pene esemplari’
Tensione alle stelle in Brasile dove i sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro, che non accettano la vittoria del neopresidente Inácio Lula da Silva, hanno dato l’assalto ai palazzi delle massime istituzioni dello Stato in un’irruzione che ricorda quella di due anni fa al Capitol Hill di Washington da parte dei fan di Trump. Lula ha condannato l’attacco «vandalo e fascista» e ha decretato l’intervento delle forze federali. «Tutti i responsabili saranno individuati e giudicati», ha aggiunto.
La polizia ha usato i gas lacrimogeni per cercare di respingere migliaia di persone (10-15mila persone, stando a testimoni oculari) che però – al grido di «pulizia generale!» e cantando l’inno nazionale – sono riuscite a sfondare i cordoni di sicurezza attorno al parlamento di Brasilia al termine di una manifestazione a sostegno dell’ex presidente. In molti sono riusciti a salire sulla rampa dell’edificio per occuparne il tetto e da lì si sono introdotti all’interno. I bolsonaristi sono andati all’attacco anche dell’edificio del Planalto, sede dell’esecutivo, di quello della Corte Suprema e anche della sede del Tribunale supremo elettorale (Tse). Il presidente in carica, Luiz Inácio Lula da Silva, non si trovava a Brasilia. Era nello Stato di San Paolo in visita ad alcune aree alluvionate. Qualche ora più tardi ha fatto rientro nella capitale.
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Devastazione
I manifestanti, vestiti di giallo e verde, secondo quanto riporta ‘O Globo’, si sono dati ad atti di vandalismo e saccheggi. I video rilasciati da persone all’interno del Tribunale, scrive il giornale brasiliano, mostrano persone che rompono i seggi della plenaria. A Palazzo Planalto, nel piazzale dove si trovano la sede della residenza presidenziale, del parlamento brasiliano e della Corte suprema, sono "stati rotti vetri delle finestre". In totale sarebbero migliaia i bolsonaristi che si sono introdotti negli edifici del potere politico e amministrativo brasiliano.
Le forze di sicurezza sono riuscite in un primo tempo a sgomberare il parlamento, il Planalto e le sedi della Corte suprema e del Tse. In tarda serata, oltre tre ore dopo l’irruzione, truppe d’assalto della Polizia militare del Distretto federale erano riuscite a riprendere il controllo anche dell’edificio del Congresso.
A due anni esatti dall’assalto a Capitol Hill si replica, con modalità e schieramenti praticamente identici: i militanti della destra di Bolsonaro come i filo-trumpiani hanno deciso di non rispettare il responso delle urne che ha dato la vittoria alla ‘sinistra’ e sono passati all’assalto armato in una fase in cui Bolsonaro rischia l’arresto per la gestione dell’emergenza Covid.
Contro l’ex presidente, oggetto a suo tempo di una Commissione parlamentare d’inchiesta sulla pandemia, i senatori prima all’opposizione e ora al governo intendono ripresentare le denunce: il leader della destra infatti non ha più il foro privilegiato, il diritto delle alte cariche dello Stato di non essere giudicate penalmente dai tribunali comuni. Ma Bolsonaro, che non ha mai fatto le congratulazioni a Lula per la sua elezione, ha lasciato il Brasile il 30 dicembre, due giorni prima della fine del suo mandato, e a bordo dell’aereo presidenziale dell’Aviazione militare è andato in Florida, negli Stati Uniti.
«Queste persone devono essere punite in modo esemplare», ha affermato il presidente Luis Inácio Lula da Silva in una dichiarazione nella quale ha pure criticato l’operato delle forze dell’ordine. «Pagheranno con tutta la forza della legge», ha promesso il leader del Pt, definendoli «terroristi». Lula valutava ieri sera «la possibilità» di schierare «l’esercito per far sgomberare». Il centro di Brasilia, dove si trovano gli edifici amministrativi e governativi, è stato chiuso per 24 ore. Intanto, almeno 150 persone sarebbero state arrestate, hanno scritto diversi media brasiliani.
Il presidente del senato, Rodrigo Pacheco, ha ripudiato gli "atti di terrorismo" visti a Brasilia e ha affermato che i golpisti devono "subire immediatamente tutto il rigore della legge". Pacheco ha anche detto di aver sentito al telefono il governatore di Brasilia, Ibaneis Rocha. L’organo che rappresenta il Paese di fronte alla Giustizia, l’Advocacia Geral da Uniao (Agu), ha presentato una richiesta di arresto immediato dell’ex segretario di Pubblica sicurezza del Distretto federale di Brasilia, Anderson Torres. A seguito dell’assedio ai palazzi del potere, Rocha aveva deciso l’esonero di Torres.
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Su Twitter si è espresso anche il segretario di Stato americano. "Condanniamo gli attacchi di oggi alla Presidenza, al Congresso e alla Corte suprema del Brasile. Usare la violenza per attaccare le istituzioni democratiche è sempre inaccettabile. Ci uniamo al presidente Lula nel sollecitare la fine immediata di queste azioni", ha scritto Antony Blinken.
"Condanna assoluta dell’assalto alle istituzioni democratiche del Brasile. Pieno sostegno al presidente Lula Da Silva, democraticamente eletto da milioni di brasiliani attraverso elezioni giuste e libere", gli ha fatto eco con un tweet il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel. Anche l’Alto rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell ha subito reagito sdegnato. Esprimendo "sgomento per gli atti di violenza e l’occupazione illegale del quartiere governativo di Brasilia da parte di estremisti violenti. (...) La democrazia brasiliana prevarrà sulla violenza e sull’estremismo", ha scritto Borrell su Twitter.
In Francia, Emmanuel Macron ha chiesto il "rispetto delle istituzioni democratiche" in Brasile e ha sottolineato il "sostegno incrollabile" della Francia al presidente Lula. Secondo il presidente dell’Argentina, Alberto Fernandez, l’assalto rappresenta un "tentativo di colpo di Stato", mentre il collega del Cile, Gabriel Boric, ha definito "inqualificabile" l’attacco.
"L’ambasciata svizzera in Brasile segue con grande preoccupazione le azioni violente in Praça dos Três Poderes a Brasilia. Ribadiamo il nostro sostegno alle istituzioni e alla democrazia brasiliane", ha twittato il Dipartimento federale degli affari esteri.
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