Stati Uniti d’America

Spopola la delfina di Trump che sostenne Barack Obama

La metamorfosi di Kari Lake sembra pagare: l’ex anchorwoman è testa a testa in Arizona con la rivale democratica per il ruolo di governatore

Kari Lake
(Keystone)
7 novembre 2022
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Da obamiana a trumpiana di ferro e nuovo volto Maga (ovvero lo slogan di Donald Trump ‘Make America Great Again’, facciamo tornare grande l’America). La metamorfosi di Kari Lake sembra pagare: l’ex anchorwoman è testa a testa in Arizona con la rivale democratica Katie Hobbs per il ruolo di governatore, cruciale per le elezioni del 2024. Una vittoria la proietterebbe sul palcoscenico della politica nazionale, dove molti già la danno come papabile alla vicepresidenza in un possibile ticket repubblicano alle prossime presidenziali.

Considerata una ‘Trump donna’ per le sue posizioni radicali, Lake ha iniziato la sua carriera giornalistica nella stessa stazione radiofonica dove lavorò Ronald Reagan, spesso citato nei suoi comizi come l’eroe conservatore che la convinse a registrarsi come repubblicana appena compiuti i 18 anni. Dalla radio Lake saltò poi al piccolo schermo. Fra gli ex colleghi è conosciuta come uno spirito libero, liberal per eccellenza, contraria alle armi, praticante buddista e ammiratrice di Barack Obama, che sostenne anche tramite una donazione alla sua campagna elettorale. Oltre a essere pro-aborto e sostenitrice dei diritti degli immigrati illegali e dei transgender.

Una fotografia lontana anni luce dalla Lake che sta spopolando in Arizona come delfina di Donald Trump e conservatrice cattolica che usa la sua esperienza mediatica come arma contro quell’industria giornalistica che l’ha consacrata al successo e che ora lei descrive come popolata di "mostri". La svolta è avvenuta durante le elezioni del 2020, quando Lake si rifiutò in diretta di annunciare la vittoria di Joe Biden. Da quel momento in poi è stato un crescendo che l’ha portata a lasciare il piccolo schermo nel mezzo della pandemia e candidarsi poco dopo a governatore dell’Arizona.

Capello corto, sempre impeccabile nello stile e con accanto il marito-videografo che ne cura l’immagine e la campagna, l’ascesa della 53enne sembra ripercorrere in parte le orme di Trump, che da celebrità tv è arrivato alla Casa Bianca. Ma anche rientrare in quel trend di cui ha fatto parte anche Reagan, ovvero dei repubblicani telegenici senza esperienza politica che però si sono rapidamente fatti strada.

E Lake, secondo diversi osservatori, sembra essere particolarmente efficace come candidata perché arriva dai media locali, considerati dal pubblico più affidabili dei grandi network nazionali spesso politicizzati. La sua esperienza le ha consentito di studiare i gusti e dialogare direttamente con i cittadini, e ora al suo ex pubblico Lake chiede il voto.

Se poi ne accetterà l’esito è tutto da vedere: convinta sostenitrice della ‘big lie’ delle elezioni rubate a Trump nel 2020, Lake si è impegnata ad accettare il risultato se "giusto, onesto e trasparente", senza però sbilanciarsi oltre.

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