Estero

G7, un tetto al prezzo del petrolio russo

E intanto l’Europa si avvia a introdurre qualcosa di analogo per il gas. Ma Mosca non ci sta

(Depositphotos)
2 settembre 2022
|

I Paesi del G7 hanno deciso di introdurre un tetto massimo al prezzo del petrolio russo, per tagliare le entrate di Mosca e limitare l‘impatto della guerra sui prezzi dell’energia. Detto, fatto: dapprima il Cremlino ha reagito garantendo che non venderà petrolio a chi applica il ’price cap’. In serata Gazprom ha fatto sapere che il Nord Stream, il gasdotto principale per il trasporto del gas russo verso l’Europa occidentale domani non ripartirà, com’era invece previsto dopo tre giorni di manutenzione: dopo i "guasti e danni" individuati, ha detto, "il trasporto di gas" è stato "completamente fermato".

In un copione ormai consolidato per gli annunci di Mosca, dunque, torna lo spettro di uno stop totale del gas russo. Del resto solo poche ore prima la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si era detta "della ferma convinzione che è tempo di un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi in Europa". Laconica era subito arrivata una replica del ‘falco’ Dmitry Medvedev, vice capo del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente: se l‘Ue imporrà un ’price cap’, il gas russo "non ci sarà più" in Europa. Proprio l’attesa della ripartenza sabato del Nord Stream aveva mandato in caduta libera i prezzi del gas, con i future Ttf, riferimento per il prezzo del metano in Europa, in calo dell’11,7% a 214 euro.

Obiettivo ‘decoupling’

Rispetto al tetto sul petrolio deciso dal G7, resta da capire che modalità avrà, quale sarà la soglia, e soprattutto come reagiranno gli altri grandi acquirenti di petrolio, come India e Cina. Quanto invece ai lavori nella Ue per contrastare i prezzi dell‘energia, la priorità, ha segnalato von der Leyen, resta quella di risparmiare energia, "soprattutto negli orari di picco". Servirà poi usare alcuni degli extraprofitti dei produttori di elettricità per supportare i soggetti e le attività più vulnerabili. Nel medio termine, poi, andrà rivista la configurazione del mercato dell’elettricità valutando ad esempio il ’decoupling’, per disaccoppiare cioè il prezzo del gas da quello dell’elettricità, oltre a fare imponenti investimenti nelle rinnovabili.

Le possibili mosse su cui sta lavorando per ora la Commissione europea includono un piano di risparmi dell’elettricità simile a quello sui risparmi di gas già licenziato dall’Ue, e l’introduzione di un limite di prezzo per le tecnologie di generazione di energia elettrica ‘inframarginali’ (quelle con costi minori come rinnovabili, nucleare e carbone, che hanno generato extraprofitti grazie agli alti prezzi dell’energia finora ‘dettati’ dal gas). Da qui arriverebbero i fondi per finanziare interventi sui prezzi al dettaglio.

Tornando al G7, ha confermato "l’intenzione politica congiunta di finalizzare e attuare un blocco complessivo ai servizi che consentono il trasporto marittimo di petrolio greggio e prodotti petroliferi di origine russa nel mondo. La fornitura di tali servizi sarebbe consentita solo se il petrolio e i prodotti petroliferi fossero acquistati a un prezzo uguale o inferiore a un valore ("price cap") determinato dall’ampia coalizione di Paesi che vi aderisce e attua tale misura". Il gruppo lavorerà ora a "un’ampia coalizione globale per finalizzare la progettazione e il livello del tetto di prezzo".

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE