Estero

Rushdie, l’Iran smentisce i legami con l’aggressione

I giornali conservatori del Paese islamico dipingono però l‘accoltellatore, che si è dichiarato non colpevole, come un uomo ’coraggioso e ligio al dovere’

L’’autore dei “Versi Satanici”
(Keystone)
15 agosto 2022
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"Smentiamo categoricamente" qualsiasi legame tra l’attentatore e l’Iran. E "nessuno ha il diritto di accusare la Repubblica islamica dell’Iran", ha dichiarato Nasser Kanani, portavoce del ministero degli esteri, nella sua conferenza stampa settimanale. Si tratta della prima reazione ufficiale di Teheran all’aggressione subita dal 75enne scrittore britannico-americano venerdì scorso sul palco di un centro culturale a Chautauqua, nello stato di New York, quando il 24enne Hadi Matar, uno statunitense di origine libanese, gli ha sferrato dieci coltellate.

"In questo attacco, solo Salman Rushdie e i suoi sostenitori meritano di essere biasimati e persino condannati. Insultando i sacri principi dell’Islam e superando le linee rosse di oltre un miliardo e mezzo di musulmani e di tutti i seguaci delle religioni divine, Salman Rushdie si è esposto alla rabbia e alla collera del popolo", ha notato il portavoce del ministero degli esteri iraniano. È "completamente contraddittorio", ha aggiunto, "condannare da un lato l’azione dell’aggressore e dall’altro assolvere l’azione di chi insulta le cose sacre e islamiche".

Ricoverato in ospedale con gravi ferite dopo l’accoltellamento, Salman Rushdie, 75 anni, sta un po’ meglio secondo i suoi parenti. Il suo agente Andrew Wylie ha dichiarato al Washington Post che "la strada verso la guarigione è iniziata". Salman Rushdie, nato nel 1947 in India da una famiglia di intellettuali musulmani non praticanti, aveva infiammato parte del mondo musulmano con la pubblicazione nel 1988 de "I versi satanici", un romanzo considerato dai più rigorosi come blasfemo nei confronti del Corano e del profeta Maometto. Nel 1989 il Grande ayatollah Ruhollah Mostafavì Mosavì Khomeynì (24 settembre 1902-Teheran 3 giugno 1989), fondatore della Repubblica islamica, aveva emesso una fatwa che chiedeva l’uccisione di Salman Rushdie, che ha poi dovuto vivere per anni sotto la protezione della polizia. La fatwa (che nel diritto islamico, corrisponde ai responsi del diritto romano) di Khomeyni contro lo scrittore non è mai stata revocata e molti dei suoi traduttori sono stati attaccati.

L’accoltellatore di Rushdie, accusato di "tentato omicidio e aggressione", si è dichiarato "non colpevole" tramite il suo avvocato. In Iran, il quotidiano ultraconservatore Kayhan si è congratulato con "quest’uomo coraggioso e ligio al dovere che ha attaccato l’apostata e vizioso Salman Rushdie". Javan, un altro giornale ultraconservatore, ha scritto che si trattava di un complotto degli Stati Uniti, che "probabilmente volevano diffondere l’islamofobia nel mondo".

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