Estero

Trump interrogato sul fisco a New York: ‘Non rispondo’

L’ex presidente invoca il quinto emendamento e attacca la procuratrice afroamericana James, accusata di essere ‘razzista’

Trump durante il tragitto per andare in tribunale (Keystone)
10 agosto 2022
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Donald Trump, per una volta, sceglie il silenzio. L’ex presidente americano interrogato dalla procuratrice di New York Letitia James nell’ambito di un’inchiesta sulla Trump Organization ha invocato il V emendamento della Costituzione Usa e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Una scelta a sorpresa, in passato criticata platealmente dallo stesso tycoon in un dibattitto elettorale contro Hillary Clinton quando lo definì "l’emendamento dei mafiosi", scelta che potrebbe persino rivelarsi un boomerang in vista di una sua candidatura alle presidenziale del 2024 ma che indica come Trump, a pochi giorni dalla perquisizione della sua residenza in Florida da parte dell’Fbi, abbia preferito la via della cautela.

"Ho rifiutato di rispondere alle domande in base ai diritti che sono concessi a ogni cittadino dalla Costituzione americana", ha dichiarato l’ex presidente in un comunicato pubblicato sul suo social media Truth circa un’ora dopo il suo arrivo alla procura di New York. "Una volta mi è stato chiesto: ‘Se si è innocenti perché invocare il V Emendamento?’ Ora so la risposta. Quando la tua famiglia, la tua società e tutte le persone nella tua orbita diventano il bersaglio di una infondata caccia alle streghe motivata politicamente non si ha altra scelta", ha incalzato Trump che da giorni si sta dipingendo come la vittima di un sistema corrotto e monopolizzato dai "radicali di sinistra". "Se avevo qualche dubbio al riguardo, questi sono stati spazzati via dal raid dell’Fbi due giorni prima della deposizione. Non ho altra scelta perché l’attuale amministrazione e molti procuratori in questo paese hanno perso la decenza morale ed etica", ha tuonato.


Supporter di Donald Trump (Keystone)

Al contrattacco

Quindi l’attacco personale alla procuratrice James, con tanto di video di propaganda sul social del tycoon, accusata – lei, afroamericana – di essere "razzista" e di aver creato una "piattaforma politica" per perseguirlo. "Ogni giorno ci sono persone che vengono uccise a New York e lei passa il suo tempo a cercare di acchiappare Trump". L’indagine di James è iniziata nel marzo del 2019 con l’obiettivo di stabilire se l’ex presidente abbia gonfiato il valore del suo impero immobiliare, dei suoi golf club e dei suoi hotel per spuntare condizioni finanziarie migliori. È un’inchiesta civile e quindi non può portare a nessuna incriminazione penale. Tuttavia, e questo è probabilmente il motivo per cui Trump si è avvalso della facoltà di non rispondere, il procuratore distrettuale di Manhattan sta conducendo un’indagine criminale parallela sugli stessi argomenti e qualsiasi passo falso da parte del tycoon potrebbe determinarne l’esito.

Certo la scelta del silenzio potrebbe far sorgere nei sostenitori il dubbio che l’ex presidente abbia qualcosa da nascondere. Trump lo sa e così, anche nella giornata dedicata alla sua deposizione a New York, non ha perso l’occasione per alzare il livello della retorica sul raid dei federali a Mar-a-Lago. "Speriamo che non abbiano piazzato prove", ha insinuato il tycoon continuando ad alimentare la narrazione della cospirazione contro di lui. L’Fbi ha vietato allo staff e ai legali "di avvicinarsi e assistere al "raid a Mar-Lago. A tutti è stato chiesto di lasciare la proprietà. Gli agenti volevano restare soli senza alcun testimone che vedesse cosa stavano facendo, prendendo o, speriamo di no, piazzando delle prove", ha incalzato.


La polizia fuori dalla villa di Trump in Florida (Keystone)

"Perché hanno insistito a non volere nessuno? Nessun raid c’è mai stato per Obama o Clinton nonostante le grandi vertenze che avevano". Intanto emergono nuovi dettagli sul blitz dei federali in Florida. Per nove ore e mezza, dalle 9 del mattino alle 18.30, 30 agenti hanno passato al setaccio l’area privata di Mar-a-Lago, perquisendo l’armadio della moglie Melania e trascorrendo ore nello studio di Trump. Una ricerca, ormai sembra accertato, mirata a trovare carte e documenti che l’ex presidente avrebbe portato via illegalmente dalla Casa Bianca. Forse l’unico reato, di tutti quelli per i quali è indagato, su cui il tycoon rischia di essere incriminato.

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