Per tre giorni, da domani a sabato, chi si trova nell’acciaieria potrà scegliere se andare nei territori controllati dall’Ucraina o dalla Russia
Non c’è alcun accordo su un eventuale incontro tra Papa Francesco e il presidente russo Vladimir Putin. Lo rende noto il Cremlino. Intanto La Chiesa ortodossa russa afferma che Papa Francesco, nell’intervista al Corriere della Sera, "ha travisato la sua conversazione con il patriarca Kirill", riporta la Tass.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov ha detto che a Russia non ha alcuna intenzione di dichiarare ufficialmente guerra all’Ucraina e quindi la mobilitazione generale in occasione della ricorrenza del 9 maggio, anniversario della vittoria sui nazisti nella Seconda Guerra mondiale.
Secondo quanto riporta la Tass, Mosca non vede "alcun progresso nei colloqui con l’Ucraina".
Il sindaco di Mariupol, Vadym Boichenko, alla tv ucraina riferisce però che sono stati persi i contatti con i combattenti di Kiev nell’acciaieria Azvostal di Mariupol. Il Cremlino ha negato intanto che le forze russe abbiano lanciato un assalto all’impianto. "L’ordine è stato dato pubblicamente dal comandante in capo (Putin) di annullare qualsiasi assalto. Non c’è nessun assalto", ha detto il portavoce del Cremlino Peskov, sostenendo che le forze di Mosca stanno assediando il sito e intervengono solo per "fermare rapidamente i tentativi" dei combattenti ucraini di raggiungere delle "postazioni di tiro".
Nel frattempo la Russia ha intanto vietato a tempo indeterminato l’ingresso al primo ministro giapponese Fumio Kishida e ad altri 62 cittadini giapponesi.
"Il futuro dell’Unione Europea è scritto anche in Ucraina". Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen all’Eurocamera, dove ha annunciato il nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia che prevede l’esclusione da Swift di Sberbank e altre due grandi banche". Questo - ha aggiunto - solidificherà il completo isolamento del settore finanziario russo dal sistema globale". Inoltre "Proponiamo un divieto totale d’importazione di tutto il petrolio russo, via mare e via oleodotto, greggio e raffinato".
Bruxelles propone di sanzionare il capo della Chiesa ortodossa russa, il patriarca Kirill. La Chiesa ortodossa russa replica dicendosi scettica sui piani della Commissione europea.
Mosca annuncia corridoio umanitario per civili Azovstal
Mosca annuncia un cessate-il-fuoco per tre giorni per consentire l'evacuazione dei civili dall'acciaieria Azovstal di Mariupol. Lo rende noto il comando militare russo aggiungendo che il corridoio umanitario resterà aperto da giovedì a sabato e i civili potranno scegliere se andare nei territori controllati dall'Ucraina o dalla Russia. Lo riporta Interfax.
I corridoi umanitari, precisano le forze armate di Mosca, resteranno aperti tra le 8 e le 18 ora locale (le 7 e le 17 in Italia).
Raid su Dnipro, udite esplosioni a Kiev
Il centro della città di Dnipro è stato colpito da missili russi. Lo ha denunciato il sindaco Borys Filatov su Telegram. In serata sono state avvertite potenti esplosioni anche in altre zone centrali dell'Ucraina, come Cerkasy e Zaporizhzhia, come riporta Unian. Esplosioni sono state udite a Kiev, riporta Ukraina 24, precisando che sta lavorando per avere informazioni più dettagliate.
Mosca attacca il Papa,'travisato Kirill'.Non vedrà Putin
Niente incontro fra Vladimir Putin e il Papa, bersaglio di un duro attacco da parte del Patriarcato di Mosca: secondo la Chiesa russa, Francesco "ha travisato" quanto dettogli in videoconferenza il 16 marzo scorso dal patriarca Kirill, verso il quale, in modo "deplorevole", il Pontefice usa "toni sbagliati".
Gli accenti franchi e diretti di papa Bergoglio nell'intervista pubblicata ieri dal Corriere della Sera stanno provocando un brusco stop nel filo dei rapporti ecumenici con la Chiesa ortodossa russa e anche nel paziente lavoro diplomatico della Santa Sede finalizzato a favorire la fine del conflitto in Ucraina. La volontà del Papa di recarsi a Mosca per incontrare il capo del Cremlino non trova per ora ascolto. Mentre l'invito a Kirill - sempre nell'intervista al Corriere - a non essere "il chierichetto di Putin" porta al punto più basso i rapporti di Francesco col Patriarcato moscovita, tanto che l'atteso secondo rendez-vous col patriarca dopo quello di Cuba del 2016 sembra allontanarsi, se non addirittura tramontare.
Che non ci siano accordi su un incontro fra Putin e papa Francesco lo ha detto oggi ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. "Tali iniziative vengono presentate sulla falsariga dei servizi diplomatici. Non ci sono accordi sugli incontri e non sono stati presi", ha spiegato il funzionario del Cremlino, secondo la Tass. Peskov, inoltre, non ha valutato la necessità di tale incontro. "In questo caso non ci sono stati accordi in tal senso e non sono state espresse iniziative specifiche", ha aggiunto l'addetto stampa di Putin.
Ma in reazione alle dichiarazioni di Bergoglio soprattutto è molto dura la nota del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato, secondo cui "è deplorevole che un mese e mezzo dopo il colloquio con il patriarca Kirill, papa Francesco abbia scelto il tono sbagliato per trasmettere il contenuto di questo colloquio". Ed "è improbabile che tali dichiarazioni contribuiscano all'instaurazione di un dialogo costruttivo tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa russa, che è particolarmente necessario in questo momento".
Al Corriere il Papa aveva detto: "Ho parlato con Kirill 40 minuti via zoom. I primi venti con una carta in mano mi ha letto tutte le giustificazioni alla guerra. Ho ascoltato e gli ho detto: di questo non capisco nulla. Fratello, noi non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesù. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo dobbiamo cercare vie di pace, far cessare il fuoco delle armi. Il Patriarca non può trasformarsi nel chierichetto di Putin".
Nella sua nota il Patriarcato ricostruisce invece quanto detto allora da Kirill nel ricordare che "il conflitto è iniziato nel 2014 con gli eventi di Piazza Maidan a Kiev", e che "alla fine dell'era sovietica, la Russia ha ricevuto l'assicurazione che la Nato non si sarebbe spostata di un centimetro verso Est". Una considerazione, peraltro, che si riflette proprio in quella di ieri del Papa sull'"abbaiare della Nato alla porta della Russia", che altre reazioni avverse ha suscitato a sua volta in Paesi come la Polonia.
Intanto, non smettendo le vesti di fiancheggiatore di Putin, Kirill continua a dire nei suoi sermoni che "la Russia non ha mai attaccato nessuno nella sua storia, ha solo protetto i suoi confini". Posizioni che gli sono valse, nel sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia in discussione a Bruxelles, l'accusa di essere "responsabile del sostegno o dell'attuazione di azioni o politiche che minano o minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina" e "uno dei più importanti sostenitori dell'aggressione militare russa contro l'Ucraina".
Anche papa Francesco, su un fronte però opposto, va avanti per la sua strada. E oggi, nell'udienza al primo ministro giapponese Fumio Kishida, ha dato voce al crescente allarme sulla possibile entrata in campo degli arsenali atomici, definendo "inconcepibile l'uso e il possesso di armi nucleari". Secondo il suo segretario di Stato, card. Pietro Parolin, il Pontefice comunque non vuole "ulteriori divisioni" col Patriarcato di Mosca. Mentre per quanto riguarda la disponibilità a incontrare Putin, "non ci sono altri passi da fare" e "aspettiamo che siano loro a reagire, a dirci che cosa vogliono". (Fabio Gasparroni, Ansa)
Kiev, ripristinati i contatti con i difensori Azovstal
"I tentativi di prendere d'assalto l'impianto continuano per il secondo giorno. Le truppe russe sono già sul territorio di Azovstal", ma "la comunicazione con i difensori è stata ripristinata". Lo ha detto a Radio Svoboda David Arahamiya, negoziatore ucraino e capo del partito 'Servitore del popolo' del presidente Volodymyr Zelensky.
Nel suo ultimo bollettino di questo pomeriggio, l'esercito di Kiev ha confermato l'assalto delle forze nemiche "per prendere il controllo dell'impianto", anche "con appoggio aereo", assicurando di avere ancora il controllo dell'acciaieria.
"Il patriarca Kirill è responsabile del sostegno o dell'attuazione di azioni o politiche che minano o minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina, nonché la stabilità e la sicurezza in Ucraina.
Inoltre, sostiene il governo russo ed i decisori responsabili dell'annessione della Crimea e della destabilizzazione dell'Ucraina". Così recita il testo del sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia in discussione a Bruxelles e visionato dall'ANSA, testo in cui appare anche il nome del patriarca ortodosso Kirill.
"Il patriarca Kirill, alleato di lunga data del presidente Vladimir Putin, è diventato uno dei più importanti sostenitori dell'aggressione militare russa contro l'Ucraina. Il 27 febbraio 2022, durante un sermone tenuto presso la Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, ha ufficialmente approvato la cosiddetta 'operazione speciale di mantenimento della pace", prosegue il testo. "Kirill continua anche a diffondere il messaggio che il territorio del Donbass e altre aree ucraine appartengono alla Santa Russia e che quindi dovrebbero essere purificati dai loro nemici come i sostenitori dei valori decadenti occidentali", si legge nel documento.
Kirill, il patriarca miliardario è nel mirino delle sanzioni Ue
Secondo le accuse dell’opposizione - impossibili da verificare - il religioso ortodosso avrebbe un patrimonio di quattro miliardi di dollari.
Non c’è accordo nell’Ue sull’embargo sul petrolio russo
L’Ungheria si è sfilata dalla proposta di embargo graduale presentata dalla Commissione europea. Anche Slovacchia e Bulgaria chiedono deroghe
Media ucraini, 'i russi entrati in un'area di Azovstal'
Le truppe russe hanno fatto irruzione in una sezione dell'acciaieria Azovstal che era stata bombardata. Lo scrive Ukrainska Pravda senza specificare se si tratti della parte dello stabilimento dove si trovano civili e militari ucraini. L'assalto, spiega il sito, è iniziato ieri dopo la parziale evacuazione dei civili.
Violenti combattimenti all'acciaieria Azovstal
"Violenti combattimenti" sono in corso nell'acciaieria Azovstal di Mariupol. Lo ha confermato alla tv ucraina il sindato di Mariupol, Vadym Boichenko, citato dal Guardian.
Trenta bambini ancora intrappolati ad Azovstal
La deputata ucraina Kira Rudik ha affermato che nell'acciaieria Azovstal nella città assediata di Mariupol nel sud del Paese ci sono ancora 30 bambini. Lo scrive il Guardian.
Rudik ha detto che sono stati almeno 20 tentativi, falliti, di evacuare le persone dall'acciaieria. "Potete immaginare le nostre lacrime quando il primo gruppo" di persone "è stato messo in salvo".
Secondo la parlamentare di Kiev "l'obiettivo principale" ora è fare una valutazione su tutti i bambini che sono ancora nello stabilimento, insieme alle donne, agli anziani e ai soldati feriti. Il passo più complicato riguarda invece i soldati feriti, perché la Russia non permette loro di uscire.
Rudik ha infine precisato che ieri 156 persone sono riuscite a lasciare la città per raggiungere Zaporizhzhia.
Peskov: ‘Non vediamo alcun progresso nei colloqui con Kiev’
"Non vediamo alcun progresso nei colloqui con l'Ucraina": lo ha detto, secondo quanto riporta la Tass, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Nessuna dichiarazione di guerra il 9 maggio
La Russia non ha alcuna intenzione di dichiarare ufficialmente guerra all'Ucraina e quindi la mobilitazione generale in occasione della ricorrenza del 9 maggio, anniversario della vittoria sui nazisti nella Seconda Guerra mondiale. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Due funzionari rapiti nella regione di Kherson
Nella regione meridionale ucraina di Kherson, i soldati russi hanno rapito il capo della comunità territoriale di Chornobaivka e il suo vice. Lo ha scritto su Facebook il vice presidente del consiglio distrettuale Stanislav Troshyn, citato da Ukrinform.
Secondo il funzionario, non è ancora chiaro il destino del sindaco di Hola Prystan Oleksandr Babych, del vice del consiglio comunale di Novokakhovka Ihor Protokovyl, e di molti attivisti, sindaci, deputati e capi delle comunità territoriali.
Sanzioni Ue, la decisione non è prevista per oggi
La decisione dei Paesi membri dell'Ue sul sesto pacchetto di sanzioni in relazione alla guerra in Ucraina proposto dalla Commissione europea non arriverà oggi. Questa la previsione raccolta da fonti europee mentre è in corso la riunione del Coreper, i rappresentanti permanenti dei 27 presso l'Ue. Tutti i Paesi avrebbero chiesto più tempo per esaminare il documento che Bruxelles ha trasmesso solo alla mezzanotte di ieri. Una nuova riunione del Coreper è stata fissata per venerdì ma potrebbe essere anticipata a domani. L'obiettivo della presidenza di turno francese è quello di arrivare al varo del nuovo pacchetto di sanzioni prima del fine settimana.
Mosca: ‘Militari nell'Azovstal bloccati in modo sicuro’
I combattenti del gruppo militare ucraino che si trovano sul territorio dell'impianto metallurgico Azovstal a Mariupol sono bloccati in modo sicuro lungo l'intero perimetro dell'acciaieria. Lo ha dichiarato oggi il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu citato da Ria Novosti "Ripetute proposte di rilasciare civili e deporre le armi con la garanzia di salvare vite umane e un trattamento dignitoso in conformità con le norme del diritto internazionale sono state da loro ignorate. Continuiamo con questi tentativi", ha affermato Shoigu.
Colpiti scali usati per il transito di armi occidentali
I sei scali merci ferroviari bombardati ieri sera dalle forze russe nell'Ucraina centrale e occidentale erano usati per il trasferimento di "armi occidentali alle forze ucraine in Donbass". Lo ha detto oggi il ministero della Difesa di Mosca citato da Interfax. Gli scali, colpiti con missili a lunga gittata lanciati dal mare e da aerei, si trovano vicino alle stazioni ferroviarie di Leopoli, Podbortsy, Volonets, Tymkove e Pyatikhatka. Ieri le autorità russe avevano parlato di sei stazioni ferroviarie bombardate senza che fossero segnalate vittime.
Ucraina, impatti devastanti su Paesi in crisi alimentare
"La guerra in Ucraina avrà gli impatti più devastanti sui Paesi in crisi alimentare, oltre quelli già sull'orlo della carestia". È l'allarme contenuto nel Rapporto Globale annuale sulle Crisi Alimentari di Fao-Programma alimentare Onu-Ue. I Paesi che già affrontano alti livelli di fame acuta, "sono particolarmente vulnerabili ai rischi creati dalla situazione nell'Europa orientale, in particolare a causa della loro elevata dipendenza dalle importazioni di prodotti alimentari e agricoli e per la vulnerabilità agli shock dei prezzi alimentari". Di fronte a ciò, "è necessaria un'azione umanitaria urgente su vasta scala".
L'importanza dell'Ucraina e della Russia per i mercati globali dei prodotti alimentari e agricoli non può essere trascurata poiché molti Paesi vulnerabili - mette in evidenza il Rapporto sulle crisi alimentari - dipendono dalla Russia per i fertilizzanti. La riduzione di disponibilità e l'aumento dei prezzi "possono avere gravi ripercussioni sui raccolti e sulla produzione agricola". Da rilevare inoltre - si legge nel rapporto - che diversi Paesi che stanno combattendo gravi crisi alimentari hanno ottenuto quasi la totalità del loro importazioni di grano nel 2021 sia dalla Russia che dall'Ucraina, come la Somalia (oltre il 90%), la Repubblica Democratica del Congo (oltre l'80%) e il Madagascar (oltre il 70%).
L'attuale impatto combinato di conflitti, aumento dei prezzi del cibo, carburante e fertilizzanti, perdita di mezzi di sussistenza, "può esacerbare l'insicurezza alimentare acuta in paesi come Afghanistan, Haiti, Siria, Yemen, Etiopia, Somalia e Sud Sudan".
Mentre si risponde alla crisi Ucraina, occorre anche "raddoppiare gli sforzi - qui l'appello - per aiutare queste comunità e i Paesi colpiti dalle crisi alimentari a produrre più cibo a livello locale, proprio dove è più necessario mitigare gli impatti di eventuali riduzioni delle importazioni o aumento dei prezzi alimentari".
“Più sanzioni per la Russia, più armi pesanti per l’Ucraina”. È la richiesta fatta dal ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un tweet, in cui aggiunge che “il terrorismo missilistico russo deve essere punito”. “La Russia - afferma Kuleba - fatica ad avanzare e soffre perdite terribili. Da qui il disperato terrore missilistico in tutta l’Ucraina. Ma non abbiamo paura, e nemmeno il mondo deve avere paura”. (Keystone)
Zelensky: ‘Ogni cosa per salvare civili e militari dell'Azovstal
"Continueremo a fare di tutto per far uscire la nostra gente da Mariupol e Azovstal, sia civili, sia militari. È difficile, ma abbiamo bisogno di tutti coloro che sono lì. Non c'è stato un solo giorno in cui non ci siamo occupati di loro, in cui non abbiamo cercato di risolvere la questione". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelnsky in un video messaggio citato da Interfax Ukraine. "Siamo riusciti a risolvere la questione del cessate il fuoco per quasi tre giorni, in modo che il corridoio umanitario funzionasse. Ora le truppe russe non rispettano gli accordi. Continuano gli attacchi massicci ad Azovstal", ha aggiunto.
Bus con civili partiti da Mariupol
Il governatore ucraino di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, ha annunciato che alcuni autobus con a bordo civili hanno lasciato la città martire di Mariupol, nel sud dell'Ucraina. "Oggi, con il sostegno delle Nazioni Unite e della Croce Rossa, stiamo evacuando i civili dalla regione" per raggiungere "Zaporizhia. Gli autobus sono già partiti da Mariupol". Lo scrive il Guardian. Kyrylenko ha poi precisato che i bus si fermeranno anche a Lunacharsky, Tokmak e Vasylivka, per raccogliere altri civili.
L'esercito russo bombarda otto regioni in un giorno
Dalle 6 di ieri mattina otto regioni dell'Ucraina sono sotto i bombardamenti dell'esercito russo: Dnipropetrovsk, Kirovohrad, Leopoli, Vinnytsia, Kiev, Zakarpattia, Odessa e Donetsk. Lo ha scritto su Facebook lo Stato Maggiore delle Forze Armate dell'Ucraina citato dall'Ukrainska Pravda. In direzione Lyman, Ucraina orientale, le truppe di Mosca stanno avanzando in direzione del villaggio di Shandrygolove mentre i combattimenti continuano. A Mariupol proseguono senza sosta attacchi aerei, da terra e dal mare contro le postazioni nell'area dell'Azovstal. Nella direzione di Zaporizhzhia è stato attaccato l'insediamento di Orikhiv, Mentre in quella di South Bug i bombardamenti hanno colpito l'intera linea del fronte per distruggere l'equipaggiamento e le fortificazioni delle posizioni ucraine. Intensificate le ostilità nell'area dell'insediamento di Tomin Balka. Nella direzione di Slobozhansky, sono stati sparati colpi di artiglieria e mortai a Kharkiv e sull'insediamento di Protopopivka.
Colpite postazioni russe sull'Isola dei Serpenti
Le forze armate ucraine hanno colpito due postazioni militari russe sull'Isola dei Serpenti, nel Mar Nero, conquistata dalle forze di Mosca all'inizio del conflitto. Lo afferma il Kyiv Independent, citando il comando operativo sud ucraino, che dice di aver impiegato nell'attacco un drone d'attacco di tipo Bayraktar-2 di fabbricazione turca.
Decine di attacchi missilistici sul Lugansk in 24 ore
Nella giornata di ieri l'esercito russo ha lanciato 34 attacchi missilistici contro le città della regione di Lugansk provocando almeno due morti e due feriti tra i civili. Lo rende noto il capo dell'amministrazione militare regionale ucraina di Lugansk, Sergiy Gaidai, su Telegram citato da Ukrinform. "I russi non stanno solo distruggendo Popasna, ma la stanno rimuovendo dalla mappa. Due persone sono morte - una donna di Lysychansk e un uomo di Popasna", ha scritto. A Lysychansk, il Centro per le malattie infettive pericolose e una scuola sono andati a fuoco. L'unica scuola di Sirotyn è stata distrutta.
Grave incidente stradale, almeno 27 morti
Almeno ventisette persone sono rimaste uccise nello scontro tra un autobus, un camion di carburante e un'autovettura nella regione ucraina occidentale di Rivne. Lo rendo noto il ministero degli Interni ucraino, citato dai media locali.
La Russia schiera 22 battaglioni a Kharkiv
La Russia ha schierato 22 battaglioni tattici vicino a Izium, nella regione di Kharkiv, nell'Ucraina orientale, nel tentativo di avanzare lungo l'asse settentrionale del Donbass. Lo afferma l'ultimo aggiornamento dell'intelligence britannica, citato dalla Bbc, spiegando che nonostante le difficoltà a sfondare le difese ucraine e a costruire l'avanzata, la Russia "molto probabilmente" intende procedere oltre Izium per catturare le città di Kramatorsk e Severodonetsk. "La cattura di queste località consoliderebbe il controllo militare russo del Donbass nord-orientale e fornirebbe una zona di raccolta per tagliare fuori le forze ucraine nella regione".
Nuova scossa per l’equilibrismo a corrente alternata del premier ungherese Viktor Orban tra Ue, Nato e Russia. Il primo ministro sarebbe stato informato in anticipo della decisione russa di invadere l’Ucraina, probabilmente in occasione del suo incontro a Mosca, il primo febbraio, con il presidente russo Vladimir Putin. A rivelarlo, come riporta il media on line ucraino in lingua inglese The Kyiv Independent, è stato il capo del Consiglio di sicurezza ucraino, Oleksiy Danilov, peraltro smentito a stretto giro da Budapest. È stato Zoltan Kovacs, segretario di Stato per le comunicazioni e relazioni internazionali dell’ufficio del primo ministro ungherese - secondo l’agenzia di stampa Ukrainian Independent Information Agency (Unian) - a definire fake news le dichiarazioni di Danilov. In un post su Facebook, inoltre, l’ambasciata ungherese in Ucraina si è detta “indignata” per le “accuse false e infondate” che incitano “all’odio contro il popolo ungherese e l’Ungheria”, ma senza citare apertamente il riferimento alle notizie sui piani russi di invadere l’Ucraina. Una sorta di ambiguità, costante delle relazioni pericolose con Putin da parte di Orban, che non può e non vuole sganciarsi dalla linea dell’Unione né dagli obblighi con l’alleanza atlantica ma tenta di lasciarsi le mani libere per trattare a livello bilaterale con Mosca. I ringraziamenti alla Russia “per aver prontamente fornito il vaccino Sputnik V” all’Ungheria e il progetto di “aumentare la quantità di gas che Budapest riceve dalla Russia” furono i temi ufficialmente discussi con lo zar proprio nell’incontro del primo febbraio, al termine del quale il leader magiaro definì le sanzioni “uno strumento destinato a fallire", salvo poi alla vigilia dell’invasione (chissà se ne era davvero a conoscenza) far dire al suo portavoce Kovacs che l’Ungheria farà "parte della posizione comune dell’Unione europea”. Affermazione poi confermata, ma sempre in equilibrio precario su un crinale assai sottile, al punto da spaccare il gruppo di Visegrad, a invasione iniziata da oltre un mese, per il suo atteggiamento tiepido sulla guerra. E ancora, sì alle sanzioni ma non a quelle sul gas che ha accettato di pagare in rubli, no al trasferimento delle armi in Ucraina attraverso il territorio ungherese ma allineato con l’alleanza atlantica sulla condanna dell’“aggressione all’Ucraina" al punto da dire che "i russi sanno che noi facciamo parte della Nato e che siamo avversari”. Difficile decodificare le mosse del premier magiaro. Membro a suo modo leale delle alleanze nelle quali è incardinato e “usato”, date le sue entrature a Mosca, come messaggero informale? O invece il contrario, testa di ponte del Cremlino in Europa? (Di Eloisa Gallinaro, Ansa)
Kiev, “Orban informato prima dell’invasione”
Il presidente ungherese avrebbe saputo anticipatamente dell’attacco russo. Budapest smentisce. Segui il live de laRegione