Il presidente russo ha ribadito che i negoziati ‘sono in un vicolo cieco’ per colpa degli ucraini e che Mosca è intervenuta per proteggere l’etnia russa
Roma - I negoziati sono "in un vicolo cieco" per colpa degli ucraini, e la Russia continuerà quindi la guerra per raggiungere quello che era il suo "nobile" obiettivo fin dal principio: la conquista dell’intero Donbass per proteggere la popolazione locale di etnia russa.
Il giorno dopo la missione a Mosca del cancelliere austriaco Karl Nehammer, Vladimir Putin spegne le speranze di una soluzione diplomatica. "Non avevamo altra scelta" che attaccare l’Ucraina, afferma. E anche sulla questione dei crimini di guerra, che il suo interlocutore aveva sollevato nel difficile colloquio, respinge tutte le accuse, liquidando come "un fake" il massacro di Bucha. La strage è "una falsa notizia", ha affermato il capo del Cremlino, aggiungendo che nella presunta inchiesta russa per arrivare alla verità ha avuto anche la collaborazione del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. "Mi ha dato alcuni documenti oggi. Documenti che - ha sostenuto - contengono intercettazioni su come e chi è giunto in quella comunità, usando quali mezzi di trasporto, per creare le condizioni per l’organizzazione di queste provocazioni e un’operazione sotto falsa bandiera".
È dal nuovo cosmodromo di Vostochny, ottomila chilometri a est di Mosca, che il capo del Cremlino, con a fianco il suo fidato alleato bielorusso, ha rilanciato la sfida all’intero Occidente. Per farlo ha scelto una data simbolo dell’orgoglio russo: il 61esimo anniversario del lancio del primo uomo nello spazio, Yuri Gagarin. Anche allora, ha affermato Putin, Mosca era sotto sanzioni, "eppure l’Unione Sovietica è stata la prima a lanciare un satellite terrestre artificiale, il primo cosmonauta è stato nostro, così come il primo volo di una stazione spaziale, la prima passeggiata spaziale e la prima cosmonauta donna". Anche adesso, ha assicurato il presidente, la Russia sarà capace di resistere e fra l’altro portare avanti il suo programma spaziale con il lancio della navicella automatica Luna-25, probabilmente entro l’anno. Mentre sarà l’Occidente a pagare per le misure punitive adottate. Kiev da parte sua nega di aver frapposto ostacoli ai progressi nelle trattative, e anzi afferma che continuano, anche se sono "estremamente difficili", specie "in questa atmosfera emotiva pesante". Ma le affermazioni di Putin lasciano poche speranze che possa essere impedita l’offensiva russa nell’est del Paese.
Putin "ha deciso che non si fermerà", perché "ha bisogno di una vittoria militare per se stesso", ha commentato il presidente francese Emmanuel Macron, che è stato il più assiduo interlocutore del leader russo nel tentativo di impedire il conflitto. Lo zar ha detto che è per "proteggere" il Donbass da quello che ha definito un "genocidio" perpetrato dagli ucraini fin dal 2014 che le sue truppe hanno invaso l’Ucraina: "Questo era il nostro piano. Le operazioni in alcune regioni del Paese perseguivano l’obiettivo di bloccare le forze nemiche, distruggere le infrastrutture militari e creare le condizioni per un’azione più vigorosa nel Donbass". Putin ha poi spiegato da dove trae tanta fiducia nella vittoria: la certezza che prima o poi l’unità dell’Occidente si sgretolerà sotto le ricadute che le sanzioni imposte alla Russia avranno sulle loro economie. Sanzioni che fra l’altro, secondo dati dell’Unctad riportati dall’Ispi, hanno bloccato finora solo il 7% delle esportazioni russe. E che, soprattutto, non hanno ancora colpito l’energia, la principale fonte di reddito di Mosca, nonostante i ripetuti appelli in questo senso dell’Ucraina, l’ultimo dei quali quello di oggi del presidente Volodymyr Zelensky. Anzi, i prezzi del gas e del petrolio alle stelle fanno sì che oggi la Russia incassi oltre il 50% in più da queste esportazioni rispetto a un anno fa: oltre 15 miliardi di euro nel solo mese di marzo. "Quando le persone si scontreranno sui prezzi della benzina e su un’inflazione senza precedenti, questo si tradurrà per loro", gli occidentali, "in problemi di politica interna, mentre volevano che si traducesse in problemi di politica interna per la Russia", ha profetizzato Putin.