Estero

Italia, spara al cuoco del ristorante che lo fa attendere troppo

Il cliente di un ristobar di Pescara ha aperto il fuoco contro il cuoco 23enne perché insoddisfatto della qualità degli arrosticini e del tempo di attesa

(Depositphotos)
11 aprile 2022
|

Insoddisfazione per la qualità degli arrosticini e per i tempi di attesa. Questi i motivi "emozionali" all’origine della discussione che ieri ha portato il cliente di un ristobar di Pescara a sparare al cuoco di 23 anni. A confermarlo è il questore del capoluogo adriatico, Luigi Liguori, che nel corso di una conferenza stampa ha ricostruito i dettagli della delicata operazione che ha consentito la cattura di un 29enne ora in carcere. Liguori ha sottolineato "l’imprevediblità" del soggetto, fattore che ha reso estremamente rischioso l’intervento, condotto mentre il presunto aggressore era a bordo di un taxi, diretto all’estero. Gli investigatori, grazie alle telecamere e alle tracce seguite, nel giro di poche ore sono risaliti al 29enne, poi fermato in tarda serata nelle Marche. Intanto, in ospedale, il 23enne "lotta tra la vita e la morte", ha sottolineato il questore.

Il 29enne, di origini abruzzesi ma, stando a quanto scrivono i giornali italiani, da tempo residente in Svizzera, era a Pescara, in un hotel del centro, non distante dal luogo dei fatti, dallo scorso 4 aprile e vi sarebbe dovuto rimanere fino al 16. L’uomo, è stato sottolineato in conferenza stampa, non era conosciuto alle forze di polizia, non aveva precedenti e non è in possesso di porto d’armi. Mentre sono stati attivati posti di controllo e di blocco ed è stata istituita un’articolata procedura per garantire la sicurezza dei cittadini, perché si trattava di un "soggetto imprevedibile ed armato" e c’era il timore che potesse commettere altri atti efferati, immediate sono scattate le ricerche. Attraverso la visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, non solo quello del ristobar, ma anche quelli cittadini, gli investigatori della squadra Mobile, diretti da Gianluca Di Frischia, hanno individuato l’hotel in cui l’uomo alloggiava. Il 29enne, però, si era allontanato pochi minuti prima dell’arrivo della polizia. Nella sua stanza gli investigatori hanno trovato "tracce evidenti che lo riconducono chiaramente al luogo del delitto", ha sottolineato il questore. Gli agenti hanno poi raggiunto alcuni parenti dell’aggressore, sempre residenti in Abruzzo, ma in un’altra provincia, i quali "hanno collaborato alle indagini", è stato evidenziato. A quel punto è stato appurato che l’uomo era in taxi, con l’idea di lasciare il Paese, e sono scattate le attività per mettersi in contatto con il tassista ed intervenire in sicurezza.

"L’impressione avuta dagli agenti che lo hanno fermato – ha sottolineato il questore – è che il 29enne non avesse la percezione esatta di ciò che era successo, dell’importanza del fatto commesso, dell’esatto disvalore sociale che aveva arrecato. Sembrava quasi sorpreso della nostra presenza". Nel fare gli auguri al 23enne, un ragazzo che "è stato colpito prima con un pugno e poi con ben quattro colpi di pistola, peraltro in parti vitali del corpo", Liguori ha ringraziato il procuratore capo di Pescara, Giuseppe Bellelli, e tutti gli uomini della Polizia di Stato, che hanno "operato con professionalità, coordinamento e massima efficacia". Accertamenti sono in corso sulla pistola, per appurare se sia effettivamente quella usata nel locale Pescarese. L’arma, di piccolo calibro, è stata trovata tra gli oggetti dell’uomo al momento del fermo.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔