Estero

Guerra delle bollicine: Italia contro Croazia e Ue sul Prosecco

La Commissione Europea approva la domanda croata di registrazione della menzione tradizionale ‘Prosek’. Insorgono la politica e il mondo produttivo italiani

(Keystone)
15 settembre 2021
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La Croazia torna alla carica sul vino Prosek e l’Italia si prepara a tutelare le sue bollicine più conosciute nel mondo. La domanda di registrazione della menzione tradizionale “Prosek” presentata dalle autorità croate avanza tra le proteste italiane. Lo ha confermato il Commissario Ue all’agricoltura Janusz Wojciechowski rispondendo a un’interrogazione presentata da europarlamentari di tutti gli schieramenti. La domanda croata risponde “ai requisiti di ammissibilità e validità", e la Commissione "procederà alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue”.

“Siamo pronti alle barricate per difendere in ogni modo e in ogni sede il Prosecco Made in Italy perché deve essere chiaro a tutti che l’unico vero prosecco è quello prodotto nelle nostre terre", ha detto Mara Bizzotto della Lega, autrice di una delle tre interrogazioni sul tema, tutte partite ai primi di luglio. Una - primi firmatari Alessandra Moretti e Paolo De Castro - era di eurodeputati di diversi paesi e schieramenti, e un’altra ancora di Gianantonio Da Re (Lega) che oggi chiede a “Europa, Governo e Regione Veneto” di fermare "la truffa del Prosek”.

Un tentativo croato di proteggere la denominazione Prosek era già fallito nel 2013. Oggi Zagabria chiede di registrare una “menzione tradizionale“, che non è una Dop ma un modo di proteggere nomi ad essa legati. “Riserva“, “Superiore“, "Chateau”, "Grand Cru”, sono tutti esempi di menzione tradizionale riconosciuti dalle norme dell’Ue. Quello di Bruxelles non è un via libera e i giochi sono tutt’altro che conclusi. La pubblicazione della domanda in Gazzetta Ue coincide infatti con l’inizio di un periodo di due mesi in cui è possibile presentare obiezioni, che la Commissione analizzerà. Poi deciderà. "La Commissione ha risposto seguendo la procedura, ovviamente l’auspicio è che la stessa non vada avanti - sottolinea la Cia-Agricoltori italiani in una nota - dovremmo capire come i soggetti interessati potranno presentare obiezioni e farci eventualmente promotori". "Il Ministero si è già opposto a questo riconoscimento - spiegano dal Ministero delle Politiche agricole - e utilizzerà ogni argomentazione utile per respingere la domanda, anche appellandosi ai principi di tutela espressi dalla Corte di Giustizia in casi analoghi”. Ma si deve "fare presto per fermare una decisione che colpisce il vino italiano più venduto nel mondo”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. "Si tratta - precisa - di un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare la denominazione prosecco dai falsi, come in Argentina e Australia”. Il pericolo di confusione da parte soprattutto di coloro che non conoscono il prodotto (ma solo il nome), secondo Confagricoltura, "è grande e potrebbe indurre in reale inganno chi acquista il prodotto”.

Una ferma opposizione arriva anche dai territori di produzione del prosecco con il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, che definisce “vergognoso” quanto accaduto e il presidente del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, Elvira Bortolomiol, che chiede di fare squadra per proteggere il nome Prosecco. Mentre il presidente del Consorzio Prosecco Doc, Stefano Zanette, promette che “la faccenda non è affatto conclusa”

“E‘ evidente che il prosecco è una Dop italiana e non possiamo accettare che venga messa a rischio da una piccola produzione in un altro paese“. E’ quanto ha affermato il ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli intervistato stamattina a Uno Mattina. Secondo il ministro “l’eventuale autorizzazione all’uso del Prosek croato sarebbe una istituzionalizzazione dell’italian sounding“ e ha annunciato che sta già lavorando con il sottosegretario Centinaio che ha la delega alla sotto filiera vinicola "su un tavolo tecnico che dia le risposte in modo giusto, motivandole in modo concreto”. “Non credo serva sottolineare - ha aggiunto Patuanelli - quanto sia grande, forte e importante la produzione di prosecco per il nostro sistema agroalimentare. È la prima Dop vitivinicola italiana ed è 5 volte più grande della seconda Dop, quindi è evidente che c’è un settore che vive con il prosecco e che rappresenta il nostro Paese nel mondo” dove "abbiamo una grande percentuale di esportazione”. Ora, ha spiegato il ministro delle Politiche agricole “entro 60 giorni dalla pubblicazione dell’assenso della Commissione alla richiesta (al momento è stata autorizzata solamente la domanda) faremo opposizione in modo adeguato, compatto, facendo squadra” sia all’interno del ministero sia dal punto di vista politico. "Il sottosegretario Centinaio che ha la delega alla sotto filiera vinicola sta già lavorando con me su un tavolo tecnico che dia le risposte in modo giusto, motivandole in modo concreto. Non sarà una grande fatica perché è evidente che il prosecco è una Dop italiana e non possiamo accettare che venga messa a rischio da una piccola produzione in un altro paese”, ha ribadito Patuanelli sottolineando che l’ok di Bruxelles ha dato il via libera al processo autorizzativo che ha poi tutta la fase di verifiche e valutazione. "La commissione ha detto: ’Sì, si può fare la domanda, adesso la valutiamo’. La valutazione nel merito deve ancora avvenire e questo vedrà la forte opposizione del nostro Paese. Non si può mettere in discussione che la produzione di prosecco sia italiana prevalentemente tra le regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto ed è un valore per il nostro Paese”, ha concluso Patuanelli.

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