Estero

Francia, killer della poliziotta si è radicalizzato in lockdown

Per anni i suoi post sui social erano dedicati alla denuncia dell'islamofobia, ma dall'aprile 2'020 aveva iniziato a pubblicare solo preghiere e versetti del Corano

(Keystone)
24 aprile 2021
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Secondo i primi risultati dell'inchiesta sull'assassinio di ieri a Rambouillet (Parigi), dove il tunisino Jamel Gorchène, 36 anni, ha ucciso con una coltellata alla gola una poliziotta madre di famiglia di 49 anni, il killer si è "radicalizzato durante il lockdown".

Originario della regione di Susa, nell'est della Tunisia, Gorchène è arrivato in Francia nel 2'009 e 10 anni più tardi ha ottenuto un permesso di soggiorno per lavoro, secondo quanto riferito dall'antiterrorismo. Lavorava facendo consegne a domicilio e viveva in una casa alla periferia di Rambouillet, insieme con la zia e due fratelli.

Un vicino che lo conosceva ha testimoniato che Jamel era "musulmano" ma "non praticante". Per anni, i suoi post sui social erano stati dedicati soprattutto alla denuncia dell'islamofobia, ma a cominciare dall'aprile del 2'020, al momento del primo lockdown, aveva iniziato a pubblicare soltanto preghiere e versetti del Corano.

Il 24 ottobre, dopo la decapitazione del professor Samuel Paty nella banlieue di Parigi, aveva cambiato la sua foto del profilo Facebook, sostituendola con il simbolo di una campagna on line dal titolo "Rispettate Maometto profeta di Dio". Al momento dell'aggressione con il coltello contro la poliziotta, ieri a Rambouillet, ha gridato "Allah Akbar".

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