Estero

La Turchia pronta a bandire il partito curdo Hdp

La terza forza in Parlamento, da sempre ultracritica con il potere, accusa: “Ennesimo colpo di mano di Erdogan”

L'Hdp in festa dopo le elezioni del 2015 (Keystone)
17 marzo 2021
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Rischia il bando in Turchia il filo-curdo Hdp, terza forza nel Parlamento di Ankara e da sempre spina nel fianco del presidente Recep Tayyip Erdogan. Il procuratore generale della Cassazione, Bekir Sahin, ha presentato alla Corte costituzionale una richiesta di dissoluzione del partito, accusando i suoi membri di agire come "un'estensione di organizzazioni come i terroristi del Pkk" e tentare "con le loro dichiarazioni e i loro atti di distruggere l'unità indivisibile tra lo Stato e la nazione". Immediata è giunta la reazione dell'Hdp, che denuncia "un golpe politico" e invita "tutte le forze democratiche a lottare insieme". Nelle prossime ore, intanto, il suo stato maggiore terrà una riunione d'emergenza. Strenuo oppositore del governo, di cui denuncia una deriva autoritaria, il partito curdo è sotto pressione dal fallito golpe del 2016, con l'arresto di centinaia di dirigenti e la destituzione di massa di deputati e sindaci. Da quasi quattro anni e mezzo è in un carcere di massima sicurezza anche il suo leader carismatico Selahattin Demirtas, due volte candidato alla presidenza della Turchia.

Quei rivali troppo vicini al Pkk

La definitiva resa dei conti giunge dopo i ripetuti appelli a metterlo al bando da parte del leader nazionalista Devlet Bahceli, principale alleato dell'Akp di Erdogan, che appare sempre più decisivo nella definizione della linea politica di Ankara. Lo strappo arriva infatti mentre il capo dello Stato aveva lanciato una serie di progetti di riforma del sistema giudiziario, promettendo maggiori tutele per le minoranze, e cercava di ricucire i rapporti con Europa e Stati Uniti, che più volte hanno espresso preoccupazioni per la repressione degli oppositori politici in Turchia. Ma lo stesso Erdogan accusa da anni il partito di essere il braccio politico del Pkk. Una responsabilità che l'Hdp ha sempre negato, rivendicando al contrario una rottura con le vecchie logiche dei partiti etnici identitari e aprendo alle istanze più disparate dell'opposizione. Un'immagine nuova che gli aveva consentito nel 2015 di essere il primo partito con radici curde a entrare in Parlamento, superando la soglia di sbarramento del 10% e impedendo all'Akp di ottenere la maggioranza assoluta per la prima volta dal 2002. Alle amministrative del 2019 il suo appoggio era poi apparso decisivo per la vittoria dell'opposizione a Istanbul, strappata alle forze pro-Erdogan dopo un quarto di secolo. Una dissoluzione dell'Hdp rischia quindi di sconvolgere il panorama politico turco, a due anni dalle prossime elezioni.

La parola ai giudici

I giudici dovranno ora decidere se accettare l'atto d'accusa. Il partito rischia così di fare la stessa fine dei suoi predecessori, puntualmente banditi in Turchia con l'accusa di "separatismo". La procedura è stata peraltro avviata nel giorno in cui la Grande assemblea nazionale ha destituito un altro suo deputato, Omer Faruk Gergerlioglu, accusato di "propaganda terroristica", facendo scendere a 55 i parlamentari in carica dell'Hdp, che nel 2018 ne aveva eletti 67, ottenendo quasi 6 milioni di voti. E nelle prossime settimane, una ventina di altri deputati rischiano la stessa sorte.