AMERICA LATINA

Il Cile fugge dal liberismo cambiando la Costituzione

L'esperto Emiliano Guanella ci spiega perché il referendum di domenica potrebbe contribuire a una radicale trasformazione del paese

(Keystone)
26 ottobre 2020
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I cileni vogliono cambiare la Costituzione iperliberista che si portano dietro dal 1980, quando ancora imperversava la dittatura militare di Augusto Pinochet (durata dal 1973 al 1990). A dirlo è il risultato del referendum tenutosi domenica: il 78% dei votanti ha approvato l’avvio della riscrittura, e ha deciso che il compito spetterà a un’assemblea di 155 membri eletta interamente dal popolo invece che composta anche da parlamentari. «Si tratta di un voto importante perché non costituisce solo il rifiuto di un modello economico e del sistema politico che vi è subordinato, ma indica anche una via costruttiva di riforma e rifondazione», spiega Emiliano Guanella, corrispondente Rsi dall’America Latina e collaboratore di centri di ricerca quali l’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi).

Addio, Chicago Boys

La vecchia Costituzione nasceva dalle menti dei cosiddetti Chicago Boys, un gruppo di economisti ispirati dal mentore americano Milton Friedman, padre del neoliberismo. «Il testo metteva al centro l’individuo, la proprietà privata e la libera concorrenza, in un sistema nel quale lo Stato cessa di essere il garante di diritti e servizi fondamentali, apre a privatizzazioni radicali e così facendo rinuncia perfino a sorvegliare il mercato stesso. Un’architettura istituzionale che da allora ha conosciuto pochissimi cambiamenti e ha impedito riforme sostanziali a prescindere dai governi in carica, di destra o di sinistra», prosegue Guanella. «Il risultato è stato un boom economico che però ha visto aumentare le diseguaglianze e l’indebitamento: oggi la disoccupazione è bassa, ma il lavoro è pagato pochissimo. Il sistema pensionistico completamente privato restituisce rendite da fame ai lavoratori, qualcosa come il 30% dell’ultima busta paga, costringendo molti a lavorare fino alla morte. Le famiglie si indebitano per poter far studiare i figli in scuole decenti, anch’esse private. Il sistema sanitario pubblico è di scarsa qualità, lo stato sociale completamente inadeguato».

Per ‘resettare’ il sistema, però, serviranno ancora anni. La scelta nasce dopo le violente proteste di piazza dello scorso autunno, scatenate dalla classica goccia che fa traboccare il vaso: un aumento del prezzo dei biglietti del metrò. Negli scontri con la polizia cilena, notoriamente brutale e sostenuta dai non pochi nostalgici di Pinochet, morirono trenta civili. Proprio quella protesta, divenuta sempre più intergenerazionale, ha costretto il governo a promettere il referendum di domenica. Vi ha partecipato il 50% degli aventi diritto, in linea con le ultime presidenziali (a differenza che quasi ovunque in Sudamerica, il voto in Cile non è obbligatorio); non era previsto un quorum e si tratta di numeri elevati per gli standard cileni, anche se un tasso ancora più alto avrebbe dato una spinta ulteriore al processo costituente.

'Lungo e tortuoso'

Ora partiti e movimenti dovranno trovare i candidati per l’assemblea costituente in vista del voto previsto per aprile 2021; per correre basta essere maggiorenni senza precedenti penali. «È significativo che si sia respinto il modello ibrido, che prevedeva anche la presenza di parlamentari, a sottolineare la volontà di sottrarre alla ‘vecchia’ politica il percorso di riforma», nota Guanella. «Ma resta da capire chi verrà candidato: verosimilmente i partiti opteranno per persone dal mondo del diritto, ma vorranno partecipare anche gli studenti e i movimenti femministi». Una cosa è certa: metà della nuova assemblea dovrà essere costituita da donne, una scelta senza precedenti al mondo. E si darà voce anche agli indigeni Mapuche, da sempre discriminati.  Il voto sul nuovo testo è previsto per metà 2022. Nel mezzo ci saranno anche le elezioni per la sostituzione del presidente: a novembre dell’anno prossimo l’esponente di centrodestra Sebastián Piñera, un uomo d’affari miliardario, non potrà ricandidarsi perché sono proibiti i due mandati consecutivi. I sostenitori del no al referendum mettono in guardia circa l’incertezza che potrebbe crearsi durante questa fase di transizione. E se le manifestazioni dopo il voto sono state essenzialmente gioiose e pacifiche, alcuni episodi di violenza hanno condotto all'arresto di 146 persone. Quello della nuova Costituzione «sarà un processo lungo e tortuoso», conclude Guanella.

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