Estero

Presto liberi altri diecimila miliziani dell'Isis

Le autorità curde del nord della Siria confermano il rilascio degli jihadisti, dopo quello dei famigliari

12 ottobre 2020
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Damasco - Accanto ai circa ventimila civili, tra mogli e i figli dei jihadisti siriani, pronti a esser rimessi in libertà nel nord-est della Siria, toccherà presto a più di diecimila miliziani siriani di medio e basso rango dell'Isis a riassaporare la libertà. È il risultato di una "amnistia generale" annunciata oggi dalle autorità curdo-siriane, che traducono così in fatti i ripetuti avvertimenti fatti agli Stati Uniti e ai paesi della Coalizione internazionale di non potersi far carico, da sole, del fardello delle decine di migliaia di jihadisti e dei loro familiari, catturati negli anni scorsi durante la campagna militare anti-Isis sulla sponda est dell'Eufrate.

L'annuncio segue quello di solo una settimana fa, sempre da parte delle autorità curdo-siriane che controllano tutta la regione nord-orientale siriana, di esser pronte a liberare circa venticinquemila civili siriani, in larga parte donne e bambini, dal campo profughi di al Hol, al confine con l'Iraq. Il campo, che contiene più di sessantamila persone, metà delle quali di nazionalità irachena e circa diecimila di altre nazionalità tra cui occidentali, è descritto come un luogo dove l'Isis continua a fare proseliti.

Le autorità curde avevano detto la settimana scorsa che il via libera ai civili siriani da al Hol non riguardava i prigionieri dell'Isis. Ma la decisione, che smentisce quando detto in precedenza, dà il segno della fretta che le autorità curde hanno di allentare le forti pressioni locali, esercitate per lo più dalle comunità arabo-siriane delle regioni di Raqqa e Dayr az Zor, a cui appartengono gli ex miliziani e le loro famiglie. "Numerosi detenuti nel nord e nord-est della Siria saranno rilasciati o le loro pene saranno ridotte in forza di un'amnistia generale", hanno detto le autorità curde di Siria. Secondo loro nelle carceri da loro gestite ci sono al momento diciannovemila detenuti, in larga parte ex membri dell'Isis. Di questi dodicimila sono siriani, cinquemila iracheni e altri duemila di 55 diverse nazionalità. Soltanto i dodicimila siriani beneficeranno dell'amnistia.

L'amnistia "prevede delle eccezioni per assicurare il rispetto della sicurezza nella regione e garantire il diritto delle vittime di ricevere giustizia". Questo in riferimento ai timori, espressi dentro e fuori la Siria, che la rimessa in libertà di decine di migliaia tra combattenti Isis e loro familiari possa alterare in maniera determinante i già precari equilibri dell'area.

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