Estero

I programmi televisivi fatti fuori dal New York Times

Chiusa dopo ottant'anni una delle rubriche più seguite

31 agosto 2020
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Cala il sipario dopo oltre 80 anni su una rubrica fissa del New York Times: nel fine settimana, senza troppa fanfara, il quotidiano americano ha eliminato dalla sua edizione cartacea la guida ai programmi televisivi offerti ogni giorno sui network e sul cavo.

"What's on TV" usciva solo sull'edizione newyorchese del giornale, non su quella nazionale, e non sulla versione online della "Vecchia Signora in Grigio". La decisione di chiudere la rubrica è stata presa alla luce della radicale trasformazione delle abitudini degli spettatori.

"Siamo entrati in pieno nell'era dello streaming e la 'Tv guide' non riflette più il modo con cui la gente consuma la televisione", ha spiegato Gilbert Cruz, capo della redazione cultura del New York Times. L'abolizione della rubrica non significa d'altra parte una minore attenzione al mondo della tv.

Nell'edizione cartacea una sezione intitolata "Sunday at Home" include la lista delle opzioni in streaming della settimana, mentre online i lettori possono spaziare dai riepiloghi delle serie più popolari alle apparizioni dei comici della notte, così come tra i nuovi show in arrivo ogni mese sulle varie piattaforme.

C'è anche una newsletter, "Watching", che esce quattro volte alla settimana. "Il vecchio modello di recensire ogni singolo show in onda su network e cavo è risibile", ha spiegato Lorne Manly, un altro responsabile delle pagine culturali del giornale, spiegando che oggi alcune delle rubriche più popolari sulla televisione sono le edizioni costantemente aggiornate di "The 50 Best Movies on Netflix Right Now" e "The 50 Best Things to Watch on Disney + Right Now".

Lo sforzo di offrire una copertura ragionata delle sterminate produzioni televisive è lontano anni luce dal giorno in cui, il 18 maggio 1939, l'elenco dei programmi tv cominciò a uscire regolarmente sul New York Times come "costola" della rubrica "Oggi sulla Radio": poche righe che annotavano le frequenze e menzionavano un blocco dalle 11 alle 16 dedicato genericamente ai "film".

Un numero del Times del gennaio 1945 includeva solo quattro programmi, uno dei quali su match di wrestling. Nel marzo 1988 la lista del "prime time" cominciò ad essere presentata a forma di griglia con circa 40 canali. All'epoca c'era anche una "TV guide" settimanale che venne cancellata nel 2006 provocando una insurrezione tra i lettori.

Il servizio clienti fu sommerso di proteste, allora però le offerte digitali e lo streaming erano ancora una novità. Oggi il New York Times è convinto che solo pochi lettori più anziani si accorgeranno che "What's on TV" non esiste più.

 

 

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