Unione europea

Ora è Facebook che accusa l'Ue di violare la privacy

L'antitrust chiede documenti in cui sarebbero contenuti dati personali dei dipendenti del social network. L'azienda di Zuckerber non ci sta.

Foto Keystone
28 luglio 2020
|

Accusato dalla Commissione europea di fare un utilizzo poco chiaro della mole di dati dei suoi utenti, Facebook ribalta la situazione e accusa Bruxelles di violazione della privacy dei suoi dipendenti, perché pretende di indagare su documenti pieni di informazioni personali.

La contromossa del social network coglie di sorpresa l'antitrust europeo, che non ferma l'indagine aperta a dicembre scorso ma che dovrà ora difendersi davanti alla Corte di Giustizia della Ue, spiegando a cosa le servono tutti quei documenti.

La vicenda

Sono due le indagini di Bruxelles in corso. Una si concentra su come vengono raccolti e utilizzati i dati degli utenti, come vengono eventualmente ceduti o commercializzati anche a fini pubblicitari, e che impatto ha sulla concorrenza. L'altra riguarda 'Marketplace', il suo servizio gratuito di annunci pubblicitari, e punta a stabilire se abusa della sua posizione dominante nel settore oppure no.

Facebook ha presentato il ricorso contro la Commissione Ue ai giudici di Lussemburgo lo scorso 15 luglio, mettendo in discussione la sua richiesta di avere accesso a migliaia di documenti giudicati irrilevanti dall'azienda, e che oltretutto contengono informazioni altamente personali. L'azienda sostiene di aver già fornito alla Commissione, da marzo, 1,7 milioni di pagine di documenti, inclusi messaggi di posta elettronica interni, ma Bruxelles - secondo fonti anonime bene informate citate dai media britannici - ha chiesto ulteriori informazioni, esigendo tutti i documenti contenenti parole chiave e frasi come "grande domanda", "gratis", "non va bene per noi" e "shutdown".

Nel suo ricorso la società sostiene che questa richiesta sia troppo ampia e includerebbe anche informazioni private sui propri dipendenti.

'Dovremmo consegnare documenti irrilevanti'

"La natura eccezionalmente ampia delle richieste della Commissione significa che saremmo tenuti a consegnare documenti in prevalenza irrilevanti, che non hanno nulla a che fare con le indagini della Commissione, tra cui informazioni personali altamente sensibili come informazioni mediche dei dipendenti, documenti finanziari personali e informazioni private sui familiari dei dipendenti - ha spiegato Tim Lamb, un avvocato di Facebook che si occupa di concorrenza. Per questo Facebook si è rivolto al Tribunale dell'Ue, che dovrà ora valutare se le richieste della Ue sono proporzionate oppure no.

"La Commissione difenderà il suo caso davanti alla Corte" e "l'indagine Ue sul potenziale comportamento anticoncorrenziale di Facebook è in corso", ha fatto sapere un portavoce.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE