Estero

Trump: dieci anni di galera a chi attacca i monumenti

Il presidente trova un nuovo bersaglio polemico dopo il tentativo di abbattere la statua di Andrew Jackson

23 giugno 2020
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"Ho autorizzato il governo federale ad arrestare chiunque vandalizzi o distrugga un monumento, una statua o una proprietà federale negli Usa". Lo ha reso noto Donald Trump sottolineando di aver chiesto fino a dieci anni di carcere per chi metta mano alle statue dedicate ai personaggi controversi della storia statunitense. "Questa decisione è effettiva immediatamente, ma può essere usata anche in modo retroattivo. Non ci saranno eccezioni", ha precisato il presidente.

L'avvertimento di Trump è la conferma dell'indirizzo preso dalla sua campagna per le presidenziali di novembre. Il presidente "law and order" ha individuato un nuovo nemico su cui indirizzare l'insofferenza del proprio elettorato e risollevarne l'entusiasmo. "Numerose persone arrestate nella capitale per il vergognoso vandalismo a Lafayette Park della magnifica statua di Andrew Jackson, in aggiunta al deturpamento esterno della St. John Church dall'altra parte della strada. Dieci anni di prigione in base al Veteran's Memorial Preservation Act. State attenti!": ha twittato Donald Trump dopo che nella notte di lunedì alcuni manifestanti avevano tentato di abbattere la statua dell'ex presidente americano, ricordato soprattutto per la deportazione forzata dei nativi americani dalle loro terre, condotta durante il suo mandato.

L'intervento delle forze dell'ordine è immediato. La polizia ha usato spray al peperoncino contro i 150-200 manifestanti presenti. La statua di Jackson si trova a Lafayette Square, nei pressi dell'edificio presidenziale, da cui il Secret Service ha fatto uscire tutti i giornalisti. Cantando "Hey, Hey, Ho, Ho, Andrew Jackson's got to go" i manifestanti hanno legato la statua con delle corde con l'obiettivo di abbatterla. Un gesto forte, a pochi passi dalla residenza del presidente. Di lì la reazione: elicotteri iniziano a sorvolare l'area mentre gli agenti sul campo tentavano di fermare i manifestanti. La statua di Jackson è uno dei bersagli della rabbia dei manifestanti che da quasi un mese invadono le strade americani per protestare per la morte di George Floyd il 25 maggio. Sono già finite nel mirino molte altre statue sparse negli Stati Uniti. L'ultima in ordine temporale è quella di Teddy Roosevelt che il Museo di Storia Naturale di New York rimuoverà dal suo ingresso davanti a Central Park. Prima ancora è toccato a quella del generale sudista Robert Lee, autentico totem di nostalgici confederati e redivivi membri del ku Klux Klan.

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