Estero

Sparò a un afroamericano in fuga: accusato di omicidio

Undici capi di accusa per l'ex agente che uccise Ryashard Brooks; gli ex colleghi protestano. Per Trump 'la polizia negli Usa è trattata in modo ingiusto'.

18 giugno 2020
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Omicidio. È uno degli 11 capi d'accusa avanzati contro Garrett Rolfe, l'ex agente di polizia che ha sparato e ucciso Ryashard Brooks ad Atlanta, nel parcheggio di uno dei ristoranti della catena Wendy's. Rolfe rischia ora il carcere a vita senza possibilità di libertà condizionale o la pena di morte. Il suo collega, Devon Brosnan, è stato invece accusato di aggressione aggravata e violazione del giuramento per aver calpestato la spalla di Brooks quando era a terra e non averlo soccorso.

"Brooks non si è presentato come una minaccia", dice il procuratore distrettuale della contea di Fulton, Paul L. Howard Jr, spiegando che Rolfe ha colpito due volte alla schiena il ragazzo afroamericano, gli ha dato un calcio mentre era a terra e poi dichiarato di "averlo preso".

Le accuse arrivano nel giorno del quinto anniversario del massacro nella chiesa episcopale di Charleston, dove furono uccisi nove afroamericani.

Nel presentare le accuse Howard mette in evidenza che Brosnan sta collaborando con le autorità e ha "deciso di testimoniare. Ci ha detto che in un paio di giorni prevede di rilasciare una dichiarazione sulla colpevolezza di Rolfe. Plaude all'impegno di Brosnan la famiglia di Brooks. "Anche nei momenti bui bisogna cercare di vedere la luce. E la cosa positiva di questa situazione è il coraggio - afferma Chris Stewart, il legale della famiglia - dell'agente Brosnan di dire che quello che è accaduto è sbagliato. Sono agenti così che possono cambiare la polizia".

Nel corso della conferenza stampa per la presentazione delle accuse il procuratore aggiunge inoltre che agli agenti di Atlanta è vietato sparare a chi sta scappando: "la città vieta ai pubblici ufficiali di usare il taser nei confronti di qualcuno che sta scappando.

Quindi non si può sparare neanche con un'arma da fuoco". Il caso Brooks ha alimentato le proteste contro il razzismo e l'uso eccessivo della forza da parte delle forze dell'ordine innescate dalla morte di George Floyd. Milioni di americani invadono da settimane le strade per chiedere la fine della discriminazione, delle ingiustizie e una riforma della polizia.

L'avvocato di Garret Rolfe: 'Ha temuto per la sua sicurezza'

Si sono dichiarati malati o sono al posto di lavoro ma non rispondono alle chiamate al 911, il numero di emerenza negli Usa. Gli agenti di Atlanta protestano dopo le accuse avanzate contro Garrett Rolfe e Devon Brosnan, gli agenti coinvolti nella morte di Rayshard Brooks. Lo riporta la Cnn citando alcune fonti.

Il legale di Garrett Rolfe, l'ex agente di polizia che ha sparato e ucciso Brooks, ha dichiarato che il suo assistito "ha reagito dopo aver sentito un colpo di arma da fuoco e visto una luce davanti a sé. Temendo per la sua sicurezza e per quelle dei civili nell'area ha lasciato il taser e sparato verso l'unica porzione di Brooks davanti a lui, la schiena".

Da parte sua il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, intervenendo sul caso di Rayshard Brooks, ha detto che "la polizia non è trattata in modo giusto in questo Paese". "Non si può resistere alla polizia in quel modo", ha aggiunto Trump riferendosi allo scontro fra gli agenti e Brooks.

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