Approvato il pacchetto di riforme delle forze dell'ordine "più aggressivo" nel Paese. La stretta al collo sarà punibile con 15 anni di prigione.
Sfidando la forte opposizione dei sindacati di polizia, il governatore di New York Andrew Cuomo ha firmato quello che ha definito il pacchetto di riforme della polizia "più aggressivo" nel Paese, per fare in modo che gli agenti rendano conto meglio del loro operato, dopo l'ondata di proteste per la morte di George Floyd.
Il pacchetto prevede che il "chokehold", la stretta al collo che ha ucciso Floyd, già vietata a New York, diventi un reato penale punibile con una condanna sino a 15 anni di prigione.
Un altro provvedimento importante è l'abolizione della segretezza sui precedenti disciplinari degli esponenti delle forze dell'ordine. Tutti gli agenti di polizia statale dovranno indossare inoltre la body-cam e riportare entro sei ore episodi in cui sparando possono aver colpito qualcuno.
"La verità è che queste riforme della polizia erano dovute da tempo e l'omicidio di Floyd è solo il più recente", ha osservato Cuomo, che ha anche subordinato il finanziamento statale a governi locali e dipartimenti di polizia all'attuazione di riforme entro il prossimo 1 aprile.
Starbucks fa marcia indietro sul divieto che impediva ai propri dipendenti di indossare abiti o accessori a sostegno del movimento Black Lives Matter (Blm).
Ora potranno portare magliette e spille con la scritta Black Lives Matter finché l'azienda non avrà consegnato a tutti le nuove uniformi che includeranno il riferimento al movimento anti-razzista. "Questo movimento è un catalizzatore per il cambiamento - ha detto l'azienda - e ora ci sta dicendo che tante cose devono essere affrontate in modo da fare spazio alla guarigione".
Precedentemente la società aveva affermato che qualsiasi riferimento al movimento Blm era una violazione del dress code oltre che una questione politica. Un portavoce di Starbucks aveva detto che certi messaggi sono proibiti perchè si vuole garantire un ambiente sicuro e confortevole. "Rispettiamo tutte le opinioni e i credo dei nostri partner - aveva detto Starbucks - e li incoraggiamo a portare se stessi al lavoro ma nel medesimo tempo vogliamo che aderiscano alla nostra politica di dress code".
Tuttavia alcuni impiegati avevano obiettato che l'azienda consente invece la spilletta a favore del movimento Lgbtq, soprattutto nel mese di giugno in occasione del "Pride".