Estero

L'Olanda punta sull'immunità di gregge

Il premier Mark Rutte: gran parte della popolazione verrà infettata

Amsterdam – L'Olanda punta sull'immunità di gregge nel tentativo di bloccare la diffusione del coronavirus senza dover chiudere il Paese. L'ipotesi annunciata dal premier Mark Rutte ha già registrato reazioni polemiche, come accaduto nel Regno Unito quando un consigliere scientifico del premier Boris Jonhson aveva ipotizzato uno scenario simile. In un messaggio alla nazione il premier liberale ha sottolineato che "non esiste una soluzione rapida o semplice a questa situazione estremamente difficile" e ha allertato gli olandesi che "nel prossimo futuro gran parte della popolazione olandese verrà infettata".

Pur avendo già chiuso scuole e negozi, Rutte ha quindi annunciato di voler favorire lo sviluppo della cosiddetta immunità di gregge, perché "chi contrae il virus, in seguito ne è solitamente immune" e "proprio come con il morbillo, maggiore è il gruppo che acquisisce l'immunità, minore è la possibilità che il virus possa fare il salto verso le persone anziane vulnerabili o persone già con problemi di salute". Affermazioni che hanno destato un certo stupore tra gli osservatori che hanno ricordato come, secondo l'Oms, non ci siano ancora prove sufficienti sull'immunità delle persone guarite, dato che sono stati documentati casi di recidiva. E neanche gli esperti dell'Ecdc di Bruxelles hanno finora preso in considerazione questa strada.

Secondo il governo dell'Aja, l'immunità della popolazione sarebbe invece una sorta di "muro protettivo". Per Rutte "potrebbero volerci mesi o anche più tempo per rafforzarla", ma nel frattempo si dovrà pensare a "proteggere il più possibile i gruppi ad alto rischio". Il leader olandese ha quindi spiegato che l'ipotesi di "chiudere completamente il Paese" potrebbe sembrare un'opzione "interessante", ma implicherebbe una chiusura per almeno "un anno o anche di più, con tutte le conseguenze che ciò comporterebbe". "Anche se ciò fosse possibile nella pratica, il virus potrebbe semplicemente rialzare di nuovo la testa una volta che le misure vengono revocate", ha aggiunto.

Il premier ha dunque escluso per ora l'adozione di misure più drastiche come già fatto da Italia, Spagna e Francia ma ha comunque disposto la chiusura delle scuole, dei negozi, delle palestre, dei sexy shop e dei coffee shop nella consapevolezza che la diffusione del virus vada comunque rallentata per non mettere in crisi la capacità di risposta del sistema sanitario. 

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