Estero

16enne ucciso da un carabiniere: la reazione del padre

'Quando era a terra gli ha sparato ancora alla testa'. Il crimine si è consumato a Napoli dopo che il ragazzo ha tentato di rubare il Rolex all'uomo

Ti-Press
1 marzo 2020
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"Gli ha sparato al petto, un proiettile di grosso calibro, che lo ha sbalzato di tre-quattro metri, poi, quando era a terra, gli ha sparato ancora, alla testa". Sono le 19.30, Vincenzo Russo, 39 anni, padre di Ugo, il 16enne ucciso nella notte da un carabiniere al quale aveva tentato di rapinare il Rolex, è appena tornato dall'obitorio, dove ha vegliato per ore la salma del ragazzo. Ha gli occhi cerchiati di rosso e il volto stravolto. Accanto a lui il fratello più piccolo di Ugo, che piange ancora. All'Ansa spiega come si sono svolti i fatti, in base a quello che ha visto in ospedale ed alle testimonianze degli amici di Ugo.

Ugo era seduto dietro sul motorino? "Credo di sì. Il carabiniere gli ha sparato da vicino, lo ha preso in petto. Lui è caduto a terra ed il carabiniere gli ha sparato alla testa. Poi ha sparato altri tre colpi al ragazzo che era con Ugo, senza colpirlo". Ugo era ancora vivo quando è arrivato in ospedale? "Non lo so. È rimasto a terra quasi un'ora. In ospedale i medici mi hanno detto che dalla testa era uscita materia cerebrale, allora ho capito che non c'era niente da fare". Ha visto la ferita alla testa? "No. Ugo era bendato, ma i ragazzi che erano in ospedale mi hanno detto che gli tamponavano il sangue che usciva da dietro la testa".

Le immagini delle telecamere di videosorveglianza in via Generale Orsini chiariranno come si sono svolti i fatti? "É quello che chiediamo, poter vedere le immagini. Per me non è stata un reazione ad una rapina, è stata un'esecuzione da parte di qualcuno che forse credeva di essere Rambo". Intanto a Salita Paradiso, uno dei vicoli della parte alta dei Quartieri Spagnoli, all'altezza del Rione Pignasecca, una piccola folla, 50-60 persone, attende in piedi, sotto la pioggia, lungo le scale, davanti alla casa dei Russo, e davanti al terraneo - a Napoli si chiamano "bassi" - dove abita la nonna di Ugo. "Come faccio adesso, come faccio?" ripete la madre, abbandonata su una sedia. Intorno a lei tante donne, uomini, e qualche ragazzo. Nessuno sa risponderle, e spiegarle come può morire così un ragazzo napoletano di 16 anni.

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