Se non ad aumentare il numero di irregolari e il tasso di mortalità in mare, e a indebolire la rete d'accoglienza. I numeri, da un'analisi del 'Post'

I decreti sicurezza di Matteo Salvini sono serviti a ridurre l'immigrazione e frenare i fenomeni di illegalità ad essa legati, come promesso dall'ex Ministro dell'Interno italiano? La risposta breve è un netto 'no'. Quella lunga l'ha fornita il quotidiano online 'Il Post' in un'analisi accurata dei dati sul tema (qui il testo completo). Una sintesi.
Il primo decreto, entrato in vigore il 5 ottobre 2018, stabilisce: 1) l'abolizione del permesso di soggiorno biennale per motivi umanitari, finora molto usato data la difficoltà di reperire tutte le informazioni necessarie nei paesi d'origine dei migranti per le altre due forme di protezione: lo status di rifugiato e la protezione sussidiaria. Il permesso umanitario era prima concesso a donne sole, adolescenti, malati e altre categorie giudicate vulnerabili; 2) meno fondi ai centri d'accoglienza più diffusi, quelli 'straordinari' (Cas).
Il secondo decreto (14 giugno 2019) stabilisce: 1) il diritto da parte del Ministro dell'Interno di vietare l'ingresso in porto a navi che trasportano migranti non autorizzati; 2) multe fino a 1 milione di euro e confisca delle navi che violano il divieto d'ingresso.