Estero

Gb: tir della morte, altre due persone arrestate

Un uomo e una donna di 38 anni sono stati arrestati per complicità in traffico di esseri umani. Ancora dubbi sulla nazionalità delle 39 vittime

©Keystone
25 ottobre 2019
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Altre due persone, un uomo e una donna di 38 anni, sono state arrestate in queste ore dalla Essex Police per sospetta complicità in traffico di esseri umani nell'ambito delle indagini sul ritrovamento dei cadaveri di 39 persone nel container frigorifero di un tir sbarcato nel Regno Unito dal Belgio nei giorni scorsi.

I due sono residenti entrambi a Warrington, nel Cheshire (Inghilterra). Prima di loro era stato arrestato pure l'autista nordirlandese del tir, Mo Robinson, di 25 anni.

Secondo la polizia britannica le vittime - 31 uomini e 8 donne - sono cinesi, ma gli esami di medicina legale sono iniziati solo oggi e l'ambasciata della Cina ha fatto sapere di non essere ancora ancora in grado di confermare ufficialmente la nazionalità di tutti.

A rinfocolare i dubbi sull'origine cinese dei 31 uomini e delle 8 donne morti nel tir, è l'allarme lanciato dalla famiglia di una giovane vietnamita che risulta al momento irreperibile e che i genitori temono potesse essere in quel container maledetto.

L'allarme è rimbalzato dal Vietnam ed è stato ripreso oggi fra gli altri dal Guardian online. Si basa su alcuni messaggi telefonici scritti martedì sera da non si sa dove da Phạm Thị Trà My, una 26enne vietnamita, a sua madre. Nei messaggi, la cui tempistica coincide con quella del transito finale del 'tir della morte' verso il Regno Unito, la giovane scrive: "Mi dispiace mamma. Il mio viaggio all'estero non è andato bene. Ti amo così tanto! Sto morendo perché non posso respirare". Poi in un altro messaggio aggiunge, come a volersi identificare: "Sono di Nghèn, Can Lộc, Hà Tĩnh, in Vietnam"; e ancora "mi dispiace mamma".

Sulla vicenda dei messaggi, e sul sospetto di eventuali legami con la tragedia del tir, il Guardian ha interpellato la stessa Essex Police, impegnata nelle indagini sui 39 morti, che per ora non è stata in grado di confermare o smentire alcunché.

In una nota diffusa oggi, peraltro, gli investigatori britannici hanno chiarito, rispetto all'indicazione fornita ieri sull'origine cinese dei morti, che "gli accertamenti continuano" e che "il quadro sull'identificazione (delle vittime o di una parte di esse) può ancora cambiare".

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